Tratto dalla " Introduzione a Gregory Bateson" (a cura di Marco Deriu) edizioni Bruno Mondadori, Milano, febbraio 2000, pp. 1-104. Gregory Bateson: il pensiero del vivente e la vita di un pensiero
I. Una mente è un aggregato di parti o componenti interagenti. In altri termini le particelle subatomiche non sono menti, perché non sono complesse. Il processo mentale presuppone una differenziazione interna e un’interazione e organizzazione di parti multiple.
II. L'interazione fra le parti della mente è attivata dalla differenza. Mentre nel mondo materiale (quello che Jung chiama Pleroma) una forza o un urto possono essere causa di un evento, nel mondo delle idee (Creatura, in termini junghiani) è necessario che vi sia una relazione fra due parti oppure una relazione fra la stessa parte in due momenti diversi. Ciò che non muta è impercettibile.
III. Il processo mentale richiede un'energia collaterale. Nel mondo vivente valgono le leggi della conservazione di energia: non c’è né creazione né distruzione di energia.
IV. Il processo mentale richiede catene di determinazione circolari o più complesse. Poiché il sistema è circolare, nota infatti Bateson, in qualsiasi punto si registrino degli eventi, i loro effetti possono fare il giro completo del sistema per ripercuotersi e produrre nuovi cambiamenti nel punto di origine.
V. Nel processo mentale gli effetti della differenza devono essere considerati come "trasformate" (cioè versioni codificate) della differenza che li ha preceduti. Il processo di percezione è un atto di assegnazione di tipi logici.
VI. La descrizione e la classificazione di questi processi di trasformazione rivelano una gerarchia di tipi logici immanenti ai fenomeni (per esempio messaggi e metamessaggi, classificazione, apprendimento e deuteroapprendimento ecc.
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