Siamo tutti schiavi di paradigmi culturali che definiscono le possibili forme (logiche, etiche ed estetiche) dei nostri pensieri e comportamenti, nel senso che nel pensare e nel fare non siamo capaci di usare forme che non siano previste nei paradigmi applicabili, o abbiamo consciamente o inconsciamente paura di farlo.
I paradigmi culturali non sono immutabili ma cambiano molto lentamente, quasi impercettibilmente e solo in circostanze favorevoli, come le rivoluzioni religiose, politiche, economiche e tecnologiche.
Le tradizioni popolari sono un esempio di paradigmi culturali in quanto definiscono le forme che i membri di una comunità debbono celebrare, ovvero ripetere, rappresentare, presenziare, non solo per poter confermare la loro appartenenza alla comunità, ma anche per interagire con gli altri membri di essa, nel senso che che non sono permesse interazioni libere e immediate, ma solo mediate, ovvero regolate, dalle forme, norme, valori e ruoli caratteristici della comunità in quanto costitutivi del suo paradigma culturale. Tali forme includono costumi, feste, cibi, performance, giochi, gare, arredi, addobbi, cerimonie, maniere, etichette, gusti, dialetti, titoli onorifici ecc.
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