Nella mia concezione della natura umana, l'io cosciente è la sede della coscienza, del pensiero, della percezione di forme, sentimenti ed emozioni, e della volontà. Esso può essere sveglio (cioè attivo), dormiente (cioè inattivo) o trovarsi in uno stato ibrido (cioè semi-attivo ovvero semi-dormiente). L'io cosciente è ciò che resta della psiche se si esclude l'inconscio e i suoi processi, cioè se si esclude il "me" (nella terminologia di William James e George H. Mead).
L'io cosciente rappresenta pertanto una parte molto piccola della psiche, anche se è quella che conosciamo (o ci illudiamo di conoscere) meglio. E' la parte cognitiva o conscia della psiche, che, per dimensione, equivale metaforicamente alla punta di un iceberg la cui la parte sommersa è costituita dall'inconscio,
L'io cosciente è molto limitato nel senso che è possibile essere coscienti (cioè consapevoli) solo di poche cose alla volta (suppongo una o due, per la maggior parte delle persone).
L'attenzione è la facoltà di dirigere e concentrare la coscienza, il pensiero e la percezione sensoriale su un particolare oggetto o idea. Non c'è attività pensante che non sia connotata dall'attenzione verso qualcosa, che può variare momento per momento.
Chi o cosa determina la direzione o l'oggetto verso cui rivolgere l'attenzione? Normalmente lo determina automaticamente l'ambiente esterno, mediante gli stimoli che esso invia alla coscienza attraverso i cinque sensi quando il soggetto interagisce con qualcuno o qualcosa. Una persona può tuttavia, entro certi limiti, rivolgere volontariamente l'attenzione in direzioni diverse da quelle che sarebbero scelte involontariamente e automaticamente. Ciò è possibile se il soggetto non è impegnato in una interazione con altre persone o cose, cioè quando è fermo, in silenzio, e preferibilmente con gli occhi chiusi, come durante una meditazione.
La meditazione, di qualunque tipo, è infatti una tecnica di controllo volontario dell'attenzione, che viene diretta vero oggetti concreti o astratti predefiniti, come parti del proprio corpo, immagini mentali, fantasie, pensieri o idee particolari. La meditazione può essere basata sulla ripetizione mentale di formule verbali o l'osservazione di immagini di valore simbolico, oppure sull'ascolto di direttive verbali pronunciate da un facilitatore umano o da un riproduttore automatico di suoni.
Una particolare forma di meditazione su cui ho fatto esperimenti su di me, consiste nel creare, all'interno di una cornice immaginaria, un collage mentale di immagini e/o parole opportunamente scelte, in modo da ottenere una visione sinottica immaginaria di elementi conflittuali allo scopo di conciliarli e armonizzarli.
Un'altra forma di meditazione che ho sperimentato su di me con l'aiuto di un computer programmato allo scopo, consiste nell'ascoltare una sequenza di frasi prodotte mediante sintesi vocale, estratte a caso da una lista di testi opportunamente preparata. Questa tecnica, che io chiamo meditazione auditiva, a differenza del collage mentale sopra menzionato, non richiede sforzi da parte del fruitore e può essere completamente automatizzata, Per questi motivi essa è particolarmente efficace da un punto di vista terapeutico, ma anche pericolosa se praticata troppo spesso o troppo a lungo e senza la supervisione di uno psicoterapeuta. Infatti i cambiamenti indotti da una psicoterapia sono sempre traumatici e dovrebbero essere opportunamente diluiti nel tempo per permettere alla psiche di assorbire gli stress del cambiamento.
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