La mia risposta è che piace ciò che soddisfa un bisogno (anche se inconscio), e non piace ciò che lo frustra.
Allora occorre chiedersi, perché si hanno certi bisogni? La mia risposta è che la natura umana crea i bisogni come mezzi per soddisfare bisogni di ordine superiore, fino ad arrivare al bisogno primordiale, che è quello del gene, di riprodursi.
Ognuno, nel profondo del suo essere, ha bisogno di contribuire a riprodurre i propri geni o quelli dei propri avi. Questo bisogno si nasconde in tutte le opere dell'Uomo, dalle più atroci alle più sublimi.
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2016/03/31
2016/03/29
Cosa c'è alla base del comportamento umano
Secondo me (e secondo qualcuno dei miei maestri), alla base di ogni comportamento umano ci sono i bisogni e le paure primari e secondari, innati (cioè geneticamente determinati) e acquisiti, consci e inconsci, materiali e immateriali, sensuali e intellettuali, sani e morbosi. Tutta la vita psichica si fonda su di essi e consiste in strategie e automatismi, più o meno efficaci, per soddisfarli. La maggior parte riguarda le relazioni con gli altri esseri umani reali o interiorizzati, essendo essi gli oggetti principali dei nostri bisogni e delle nostre paure. I sentimenti (e le emozioni) gradevoli sono suscitati dalla soddisfazione di bisogni o dalla loro anticipazione, quelli sgradevoli dalla frustrazione di bisogni o dalla loro anticipazione.
A volte i bisogni sono rimossi dalla coscienza e/o mistificati perché considerati sconvenienti dalla comunità di appartenenza.
A volte i bisogni sono rimossi dalla coscienza e/o mistificati perché considerati sconvenienti dalla comunità di appartenenza.
Sui sentimenti
I sentimenti non sono mai la causa di un comportamento, ma la l'espressione delle sue vere motivazioni o frustrazioni.
Bellezza e competizione
Pare che una delle occupazioni (e preoccupazioni) più importanti per una donna sia la cura della sua bellezza. Basta sfogliare una rivista femminile per rendersene conto. Perché? Probabilmente per attirare e affascinare gli uomini, farli innamorare e tenerli legati a sé, farsi ingravidare ed avere la loro assistenza e protezione per sé stesse e per i figli.
La bellezza umana femminile è oggetto di una duplice competizione.
Prima di tutto una competizione tra le donne, per essere ognuna più bella delle altre così da essere preferita dagli uomini scelti come partner.
Allo stesso tempo una competizione tra gli uomini per ottenere il favore delle donne più belle.
Risultato è, almeno in teoria, che le donne più belle si accoppiano con gli uomini più interessanti per loro.
Cosa rende un uomo interessante per una donna? Secondo me, per una donna gli unomini più interessanti sono quelli che promettono le migliori chance di generare e allevare figli belli, sani e con le più alte probabilità di successo. Vale a dire gli uomini più belli, sani, intelligenti e ricchi.
Ovviamente, nella scelta del partner sessuale e coniugale intervengono molti altri fattori, come le affinità caratteriali e culturali, dinamiche nevrotiche, economiche, religiose, etiche ecc., ma quelli sopra esposti mi sembrano essere i fattori più naturali e universali anche se spesso vengono nascosti, rimossi nell'inconscio o mistificati.
La bellezza umana femminile è oggetto di una duplice competizione.
Prima di tutto una competizione tra le donne, per essere ognuna più bella delle altre così da essere preferita dagli uomini scelti come partner.
Allo stesso tempo una competizione tra gli uomini per ottenere il favore delle donne più belle.
Risultato è, almeno in teoria, che le donne più belle si accoppiano con gli uomini più interessanti per loro.
Cosa rende un uomo interessante per una donna? Secondo me, per una donna gli unomini più interessanti sono quelli che promettono le migliori chance di generare e allevare figli belli, sani e con le più alte probabilità di successo. Vale a dire gli uomini più belli, sani, intelligenti e ricchi.
Ovviamente, nella scelta del partner sessuale e coniugale intervengono molti altri fattori, come le affinità caratteriali e culturali, dinamiche nevrotiche, economiche, religiose, etiche ecc., ma quelli sopra esposti mi sembrano essere i fattori più naturali e universali anche se spesso vengono nascosti, rimossi nell'inconscio o mistificati.
2016/03/28
Lacune logiche e paura dell'autocritica
Noi pensiamo secondo schemi e percorsi logici predefiniti dovuti alle nostre esperienze, a ciò che ci è stato insegnato e ai nostri pregiudizi inconsci. Tuttavia non ce ne accorgiamo, e ci illudiamo di pensare liberamente, volontariamente e razionalmente. Per poter pensare al di fuori dei nostri schemi e percorsi logici predefiniti, dovremmo essere consapevoli degli automatismi mentali che li sottendono, e fare uno sforzo di volontà per disattivarli. Tuttavia l'autoconsapevolezza è normalmente di breve durata perché stancante, normalmente sgradevole e scoraggiata dalla comune opinione che la spontaneità sia una virtù e l'autocontrollo un difetto del carattere.
Chi ha paura delle nuove idee sull'Uomo?
Dire qualcosa sul comportamento umano che non sia già noto a molti, che sia al di fuori dei luoghi comuni o contro di essi, suscita irritazione e attira le critiche di chi pensa di sapere tutto ciò che occorre sapere sulla natura della nostra specie e in particolare sul funzionamento del cervello e l'etica. Le critiche più comuni non si riferiscono ai contenuti particolari delle nuove idee (che vengono respinte in blocco) ma accusano l'autore di arroganza, narcisismo, snobismo, ignoranza, insensibilità, rigidità, incompetenza, impreparazione o secondi fini nascosti; affermano che il problema è un altro oppure che non sussiste; che interessarsi di certe cose è inutile, insano o pericoloso. In realtà le nuove idee fanno inconsciamente paura a chi le incontra, perché mettono in discussione i pregiudizi e i fondamenti intellettuali e morali della propria personalità.
2016/03/27
Buona Pasqua?
Per me oggi è un giorno come tutti gli altri, tranne per il fatto che miliardi di persone si dicono "buona Pasqua" senza altro motivo apparente che il dovere e/o piacere di rispettare una tradizione e di confermare al tempo stesso un legame sociale o affettivo. Siccome io non credo che questa tradizione sia una cosa buona o utile, anche per le sue origini e il suo simbolismo religioso che io critico, non vi dico buona Pasqua, ma che vi voglio bene, e non solo oggi, ma tutti i giorni. Con affetto, Bruno.
Sulla Fede
Quello che molti chiamano Fede (l'iniziale maiuscola è significativa) per me è un comunissimo meccanismo cerebrale sviluppatosi nel corso dell'evoluzione della specie umana per semplificarci la vita ed evitarci sofferenze psichiche. Prima o poi i neuroscienziati riusciranno a dimostrarlo scientificamente. Questo non è un argomento per negare l'esistenza di Dio in assoluto, ma piuttosto per negare l'esistenza di certi tipi di Dio a cui si crede soprattutto per fede e non per ragione, anzi, contro la ragione, come quello descritto dalla Bibbia. Insomma, la fede (con l'iniziale minuscola) è un dono, ma non di Dio, bensì dell'evoluzione biologica. Grazie a tale dono l'uomo ha inventato gli dei delle varie religioni, e non viceversa.
Questo argomento va usato con cautela perché potrebbe far male a chi crede che la Fede sia un dono di Dio. Se infatti si riuscisse a convincere tali persone che la loro visione del mondo ha delle grosse zone oscurate o deformate dalla loro fede, forse cadrebbero in uno stato di angoscia esistenziale dall'esito imprevedibile e sarebbero costrette a rivedere tutti i loro punti di riferimento intellettuali e morali.
Questo argomento va usato con cautela perché potrebbe far male a chi crede che la Fede sia un dono di Dio. Se infatti si riuscisse a convincere tali persone che la loro visione del mondo ha delle grosse zone oscurate o deformate dalla loro fede, forse cadrebbero in uno stato di angoscia esistenziale dall'esito imprevedibile e sarebbero costrette a rivedere tutti i loro punti di riferimento intellettuali e morali.
2016/03/26
Il valore di un essere umano (per una meritocrazia etica)
Quando si parla di valori umani si parla normalmente di cose che hanno valore per un essere umano, ma quasi mai del valore di una persona per le altre. Secondo me ciò è dovuto ad una paura inconscia, presente in ognuno di noi, di essere giudicati e misurati in termini di valore (o utilità) per la comunità di appartenenza; cioè la paura inconscia di non superare l'esame di dignità sociale e di essere respinti dalla comunità interiorizzata.
Bibbia imbarazzante
Il Dio del Vecchio Testamento è senza dubbio terrorista e genocida. Infatti, per costringere gli egizi a liberare gli ebrei, mandò un angelo ad uccidere tutti i primogeniti d'Egitto, tranne quelli ebrei, le cui case erano segnate col sangue dell'agnello sacrificale (questa è l'origine della Pasqua ebraica). Altro episodio di terrorismo genocida fu la distruzione di Sodoma e Gomorra, in cui perirono probabilmente più innocenti che "colpevoli", per non parlare del diluvio universale e di altri eventi terrificanti. Il Vecchio Testamento è infatti cosparso di episodi in cui Dio si mostra apertamente irascibile, geloso degli altri dei, crudele e ingiusto, peggio dei peggiori dittatori e terrorisiti della storia.
Verità e amore
Nei rapporti umani quello che conta non è se ciò che l'altro dice sia vero o falso, ma in che misura l'altro ci accetta, rispetta, ama, apprezza, sostiene. Infatti tendiamo a credere che ciò che dicono le persone che ci amano sia più vero di ciò che dicono le persone che non ci amano.
2016/03/24
Sul criticare
A nessuno piace essere criticato né direttamente, cioè come individuo, né indirettamente, cioè come tipo, categoria o gruppo al quale si appartiene. Inconsciamente la critica viene considerata un tentativo di diminuire il nostro status nella comunità di appartenenza, o di escluderci da essa per indegnità. Per questo alle critiche reagiamo emotivamente e in modo più o meno aggressivo e difensivo, spesso attaccando l'autorevolezza, la credibilità e la moralità della persona che ci critica, più che cercando di discutere razionalmente e lucidamente la validità e la fondatezza dei contenuti delle critiche.
In altre parole, ogni critica viene percepita come più o meno offensiva, e colui che la esprime viene percepito più o meno come un aggressore, a prescindere dai contenuti della critica stessa.
Ogni volta che esprimiamo un'opinione diversa da quella del nostro interlocutore su questioni che lo coinvolgono direttamente o indirettamente, rischiamo di offenderlo. Per evitare di offendere, irritare o disturbare una persona non c'è quindi altra soluzione che evitare di esprimere opinioni dissonanti rispetto alla visione che l'altro ha del mondo e di sé stesso.
Succede allora che le persone si schierano con quelli che la pensano come loro e contro coloro che la pensano diversamente e, all'interno degli schieramenti elettivi, la critica interna è proibita, mentre è obbligatorio criticare gli schieramenti avversi, e chi non lo fa viene visto con sospetto, come un potenziale traditore.
In tutto questo gioco la verità (ammesso che esista) è in vacanza o tenuta alla larga per evitare dispiaceri.
In altre parole, ogni critica viene percepita come più o meno offensiva, e colui che la esprime viene percepito più o meno come un aggressore, a prescindere dai contenuti della critica stessa.
Ogni volta che esprimiamo un'opinione diversa da quella del nostro interlocutore su questioni che lo coinvolgono direttamente o indirettamente, rischiamo di offenderlo. Per evitare di offendere, irritare o disturbare una persona non c'è quindi altra soluzione che evitare di esprimere opinioni dissonanti rispetto alla visione che l'altro ha del mondo e di sé stesso.
Succede allora che le persone si schierano con quelli che la pensano come loro e contro coloro che la pensano diversamente e, all'interno degli schieramenti elettivi, la critica interna è proibita, mentre è obbligatorio criticare gli schieramenti avversi, e chi non lo fa viene visto con sospetto, come un potenziale traditore.
In tutto questo gioco la verità (ammesso che esista) è in vacanza o tenuta alla larga per evitare dispiaceri.
Chi dovrebbe cambiare?
Chi dovrebbe cambiare? Dovrei io cambiare il mio modo di essere per farmi maggiormente accettare dagli altri, per non irritarli, per soddisfarli, oppure gli altri dovrebbero cercare di capirmi e tollerarmi anche se sono diverso da loro e la penso diversamente? Dovrei io cercare di essere più simile a loro oppure loro più simili a me? In caso di disaccordo o conflitto, cosa dovrei fare? Adeguarmi al parere della maggioranza oppure battermi per affermare le mie ragioni anche se sono minoritarie e danno fastidio agli altri?
Le risposte a queste domande non possono essere razionali. Dentro ciascuno di noi si combattono il bisogno di appartenenza e quello di individuazione, a volte prevale l'uno, a volte l'altro. Il vincitore tra i due decide le risposte da dare.
Le risposte a queste domande non possono essere razionali. Dentro ciascuno di noi si combattono il bisogno di appartenenza e quello di individuazione, a volte prevale l'uno, a volte l'altro. Il vincitore tra i due decide le risposte da dare.
2016/03/23
Sistema di interessi
La società è un sistema di interessi più o meno sofisticati, mistificati, nascosti.
2016/03/22
La felicità come servizio reciproco
Per convivere e interagire pacificamente e in modo produttivo e soddisfacente con gli altri, ovvero per essere felici, la cosa migliore che ciascuno possa fare è un servizio reciproco il più completo possibile e con il maggior numero possibile di persone. Cioè ognuno dovrebbe cercare di soddisfare il più possibile le esigenze altrui e incentivare gli altri a soddisfare le proprie. Perché questo avvenga è necessario che ognuno conosca le esigenze proprie e altrui in termini di bisogni innati e acquisiti, paure, desideri, sensibilità, volontà, gusti ecc. distinguendo quelle sane da quelle morbose, quelle produttive da quelle controproducenti, e che faccia conoscere agli altri le proprie.
Per capire ed esprimere le proprie esigenze e intuire quelle altrui, specialmente quelle inconsce, è necessaria una conoscenza profonda e demistificata della natura umana, ottenibile mediante una cultura umanista eclettica e organica, da insegnare prima possibile, anche ai bambini, e da approfondire e diffondere per tutta la vita, con ogni mezzo: letterario, artistico, pedagogico, accademico, giornalistico, psicoterapeutico, politico, economico ecc.
Per capire ed esprimere le proprie esigenze e intuire quelle altrui, specialmente quelle inconsce, è necessaria una conoscenza profonda e demistificata della natura umana, ottenibile mediante una cultura umanista eclettica e organica, da insegnare prima possibile, anche ai bambini, e da approfondire e diffondere per tutta la vita, con ogni mezzo: letterario, artistico, pedagogico, accademico, giornalistico, psicoterapeutico, politico, economico ecc.
2016/03/21
Chi ha paura dell'arroganza?
Molto spesso, chi accusa una certa persona di arroganza lo fa perché si sente infastidito, disturbato da essa. E quando uno si sente disturbato da una persona, tende a spiegare il turbamento, o l'irritazione, con un difetto dell'altro, anziché proprio.
Consideriamo le intolleranze alimentari. Ci sono persone che sono intolleranti ai pomodori. Queste persone non direbbero mai che i pomodori sono cattivi o che abbiano dei problemi, ma che esse stesse hanno un problema o difetto relativamente ai pomodori.
Consideriamo le intolleranze alimentari. Ci sono persone che sono intolleranti ai pomodori. Queste persone non direbbero mai che i pomodori sono cattivi o che abbiano dei problemi, ma che esse stesse hanno un problema o difetto relativamente ai pomodori.
2016/03/20
Aforismi e citazioni sui pregiudizi
Moltissime persone credono di pensare quando stanno semplicemente riorganizzando i propri pregiudizi.
(William James)
Ogni parola è un pregiudizio.
(Friedrich Nietzsche)
Ritenere di non avere pregiudizi è il più comune dei pregiudizi.
(Nicolas Gomez Davila)
(William James)
Ogni parola è un pregiudizio.
(Friedrich Nietzsche)
Ritenere di non avere pregiudizi è il più comune dei pregiudizi.
(Nicolas Gomez Davila)
Sull'ermeneutica di Gadamer
Il filosofo H. Gadamer ha rilevato che l’uomo non potrebbe vivere senza pre-giudizi, vale a dire senza l’apporto dei giudizi, delle opinioni, delle idee prodotte dalle generazioni precedenti. I pre-giudizi (sia in senso positivo che negativo) vengono interiorizzati nel corso delle fasi evolutive della personalità, nel corso delle quali il potere critico del bambino è notoriamente ridotto. Successivamente, nulla sulla carta vieta al soggetto di “ruminarli”, vale a dire di riportarli a galla dalle viscere della mente e di elaborarli. Sulla carta, però. [Luigi Anepeta]
(Fonte: http://www.nilalienum.it/Sezioni/Archivio/MistDemist.html)
(Fonte: http://www.nilalienum.it/Sezioni/Archivio/MistDemist.html)
2016/03/19
Riconoscimento, benevolenza e autoillusione
Uno dei bisogni umani più importanti è quello di riconoscimento. Ognuno ha bisogno di essere riconosciuto dagli altri per l'immagine che ha di sé stesso (cioè per ciò che crede e sente di essere) anche se questa non corrisponde alla realtà. E siccome tendiamo ad amare chi soddisfa i nostri bisogni e a odiare chi li frustra, tendiamo ad essere benevoli verso coloro da cui ci sentiamo riconosciuti, e malevoli verso coloro che non riconoscono i meriti, le qualità e la buona fede che crediamo di avere.
2016/03/18
La spiritualità in chiave psicologica
La spiritualità può essere concepita, in termini psicologici, come esistenza di forze inconsce e involontarie che influenzano i nostri comportamenti. Possiamo infatti supporre l'esistenza di uno o più spiriti o geni o dèmoni, che ci ricattano, premiano, puniscono, ci spingono a fare e a non fare certe cose, a pensare o a non pensare a certe cose, a credere e a non credere in certe cose, attraverso strumenti come piacere, dolore, paura, curiosità, atrtazione, repulsione, ansia ecc.
Posssiamo anche supporre che alcuni di questi spiriti siano buoni e altri cattivi, che quelli buoni ci dirigono nella direzione giusta e quelli cattivi nella direzione sbagliata e che l'arte della vita consiste nel distinguere gli spiriti buoni da quelli cattivi, nel seguire quelli buoni e nel resitere a quelli cattivi.
Posssiamo anche supporre che alcuni di questi spiriti siano buoni e altri cattivi, che quelli buoni ci dirigono nella direzione giusta e quelli cattivi nella direzione sbagliata e che l'arte della vita consiste nel distinguere gli spiriti buoni da quelli cattivi, nel seguire quelli buoni e nel resitere a quelli cattivi.
L'accusa di arroganza
Il vocabolario Treccani definisce l'arroganza come "insolenza e asprezza di modi di chi, presumendo troppo di sé, vuol far sentire la sua superiorità". Purtroppo tale termine viene invece spesso usato per qualificare chi esprime idee e opinioni diverse da quelle prevalenti nella comunità di appartenenza, specialmente per quanto riguarda i valori morali e, in minore misura, quelli intellettuali.
2016/03/17
Per una scienza organica della natura umana
Io credo che se sin da bambini ci insegnassero come funzioniamo veramente, ci comporteremmo in modo più razionale, risolvendo i conflitti di interessi senza ipocrisie e preconcetti, attraverso negoziazioni rispettose dei bisogni altrui e dei nostri. Sapere come funzioniamo vuol dire prima di tutto sapere quali sono i bisogni umani, distinguendo quelli congeniti (genetici) da quelli acquisiti e imposti, e credo che già su questo aspetto ci sia molta ignoranza e mistificazione. Il problema è che ancora non esiste una scienza organica della natura umana, ma abbiamo un caos di teorie riduzioniste più o meno scientifiche.
La causa delle miserie umane
Penso che siano pochissimi quelli che veramente vogliono capire come funzioniamo e questa è, secondo me, la causa principale delle miserie umane.
Il gioco delle volontà
Io voglio certe cose dagli altri. Gli altri vogliono certe cose da me. Io ho la capacità di soddisfare certe volontà altrui. Gli altri hanno la capacità di soddisfare certe mie volontà. Io non ho la capacità di soddisfare certe volontà altrui. Gli altri non hanno la capacità di soddisfare certe mie volontà. Io sono disposto a soddisfare certe volontà altrui. Gli altri sono disposti a soddisfare certe mie volontà. Io non sono disposto a soddisfare certe volontà altrui. Gli altri non sono disposti a soddisfare certe mie volontà.
2016/03/15
Filosofie illusorie
La storia della filosofia è pervasa di argomentazioni che non tengono conto del fatto che ciò che determina il comportamento dell'Uomo e il suo sentire e pensare non è la ragione o la coscienza o la volontà, ma dinamiche psichiche per lo più inconsce e involontarie rispetto alle quali i ragionamenti lasciano il tempo che trovano.
Qualunque filosofia che non tenga conto delle psicologie (e in particolare di quella psicodinamica) è illusoria. Uno dei primi filosofi che ha intuito la presenza di motivazioni inconsce e mistificate nell'agire umano e in certe filosofie è stato Nietzsche, a cui Freud deve molto. Ho usato il termine "psicologie" al plurale volutamente per indicare che non esiste una psicologia organica, ma ne esistono tante più o meno contrastanti e riduzioniste.
Qualunque filosofia che non tenga conto delle psicologie (e in particolare di quella psicodinamica) è illusoria. Uno dei primi filosofi che ha intuito la presenza di motivazioni inconsce e mistificate nell'agire umano e in certe filosofie è stato Nietzsche, a cui Freud deve molto. Ho usato il termine "psicologie" al plurale volutamente per indicare che non esiste una psicologia organica, ma ne esistono tante più o meno contrastanti e riduzioniste.
2016/03/13
Congelamento e scongelamento dei bisogni
Quando un bisogno non può essere soddisfatto, per evitare il dolore causato dalla sua frustrazione, la psiche, inconsciamente, lo congela (o, per usare un termine psicoanalitico, lo "rimuove"). In tal modo il soggetto non sente più quel bisogno e non soffre più per la sua insoddisfazione, anche se la sua rimozione può dar luogo a disturbi psicosomatici e/o a strategie di evitamento consce o inconsce. Un bisogno può restare congelato per il resto della vita, oppure venire scongelato da un evento che ne facilita la soddisfazione. Lo scongelamento di un bisogno è un evento commovente per il soggetto, che può anche piangere quando si verifica, a causa del riemergere delle sofferenze causate dalla sua frustrazione.
Perché voglio scrivere e pubblicare i miei scritti?
Perché voglio scrivere e pubblicare i miei scritti? Cosa mi spinge a farlo? Cosa spero di ottenere facendolo? Forse sono spinto da una combinazione di diverse motivazioni consce e inconsce, che potrebbero essere, per esempio, una o più delle seguenti:
Perché voglio ciò che voglio?
Perché voglio ciò che voglio? Una domanda che pochi si fanno e a cui ancora meno trovano una risposta sostenibile. Eppure è una domanda fondamentale per chiunque voglia conoscere e comprendere la natura umana e sé stesso. Ci illudiamo che la volontà sia una causa primaria e libera; in realtà essa è soprattutto un effetto, ed ha quindi una causa, anzi, una combinazione di cause involontarie e inconsce. Il libero arbitrio, se esiste, si riduce alla capacità consapevole di resistere alle proprie volontà e/o di stabilire delle priorità nella loro soddisfazione.
2016/03/11
Per chi crede che nulla avvenga per caso
Il caso esiste e agisce, per fortuna. La vita è un gioco fatto di caso e necessità. Se non ci fosse il caso non ci sarebbe alcuna forma di vita. Infatti l'evoluzione delle forme di vita è dovuta al caso, da cui dipendono le mutazioni genetiche e l'assortimernto dei cromosomi nella riproduzione sessuata. Ognuno di noi è responsabile di giocare al meglio le carte che il caso ci assegna. Chi crede che il caso non esiste è irresponsabile nella misura in cui dà al destino (o al "non caso") tutta la responsabilità di quello che succede. O vogliamo credere nell'esistenza e nell'opera di un grande burattinaio?
2016/03/07
Quando due persone s'incontrano (protocolli d'interazione)
Quando due persone s'incontrano, interagiscono rispettando inconsciamente dei protocolli di interazione. Il protocollo viene scelto tra quelli previsti per le varie circostanze nelle rispettive comunità di appartenenza interiorizzate.
Il protocollo stabilisce i segni (o forme), i significati, le norme (cioè ciò che è permesso, proibito e obbligatorio) e i valori (cioè ciò che è bello/brutto e buono/cattivo) e i margini di libertà applicabili all'interazione.
Chi vuole fondare una comunità di tipo nuovo dovrebbe cominciare col definire nuovi protocolli di interazione.
Il protocollo stabilisce i segni (o forme), i significati, le norme (cioè ciò che è permesso, proibito e obbligatorio) e i valori (cioè ciò che è bello/brutto e buono/cattivo) e i margini di libertà applicabili all'interazione.
Chi vuole fondare una comunità di tipo nuovo dovrebbe cominciare col definire nuovi protocolli di interazione.
2016/03/04
Scusate il disturbo
Ditemi senza storie
che volete ch'io sia
per piacervi.
Riuscirò a dire qualcosa
che non sia un grido d'aiuto?
Scusate se esisto,
non lo chiesi.
che volete ch'io sia
per piacervi.
Riuscirò a dire qualcosa
che non sia un grido d'aiuto?
Scusate se esisto,
non lo chiesi.
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