Un essere umano è felice quando soddisfa altri ed è soddisfatto a sua volta da altri, direttamente o indirettamente.
Infatti l'uomo non può soddisfare da solo i suoi bisogni, ma per questo (e quindi per essere felice) ha bisogno della cooperazione altrui. In questo senso siamo tutti interdipendenti.
La soddisfazione reciproca può essere bilaterale o multilaterale. Quella bilaterale si ha tra due persone laddove la prima soddisfa la seconda e questa, in cambio, soddisfa la prima. Quella multilaterale si ha tra più di due persone allorché una prima soddisfa una seconda e viene a sua volta soddisfatta da una terza la quale soddisfa direttamente o indirettamente la prima.
È questo il caso, per esempio, di un impiegato che soddisfa i clienti della ditta per cui lavora, ed è soddisfatto per questo (cioè ricompensato) non direttamente dai clienti, ma attraverso lo stipendio dal suo datore di lavoro. Questo, a sua volta, non viene soddisfatto (cioè ricompensato) direttamente dall'impiegato, ma dai clienti attraverso il pagamento dei prodotti della ditta.
La felicità consiste, a mio parere, in una sufficiente soddisfazione reciproca (bilaterale e/o multilaterale).
Il concetto di soddisfazione è legato a quello di bisogno, cioè di necessità, mancanza o carenza. Infatti non ci può essere soddisfazione se non c'è un bisogno da soddisfare. Di conseguenza, per soddisfare una certa persona occorre che questa abbia dei bisogni inappagati e che questi vengano soddisfatti da qualcuno ogni volta che si presentano.
Per tali ragioni è importante conoscere o intuire i bisogni propri e altrui, per cui a mio parere, è auspicabile lo sviluppo di una "psicologia dei bisogni", ovvero di una psicologia fondata sull'analisi dei bisogni umani e dei modi in cui possono essere soddisfatti.
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