Da un punto di vista religioso, studiare scientificamente la natura umana è un peccato contro la religione stessa, la quale si arroga il diritto e il dovere di stabilire chi abbia creato l'uomo, con quali fini e quali capacità. Lo studio della natura umana è dunque una dimostrazione di mancanza di fede e/o di sfiducia nella religione, nel suo dio e nei suoi sacerdoti. Ciò vale a meno che la natura umana venga studiata nel rispetto e in coerenza con le sacre scritture, ovvero sia solo un approfondimento, una spiegazione o addirittura una conferma (e mai un'alternativa), rispetto a quanto stabilito nei testi sacri.
Questa connotazione "peccaminosa" dello studio della natura umana, ha avuto conseguenze nefaste per lo sviluppo culturale dell'umanità ed è ancora molto diffuso, anche in ambienti non religiosi, laddove la conoscenza della natura umana, sottratta al monopolio intellettuale religioso, è affidata al sapere popolare, che pochi osano sfidare.
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