Per ogni cosa che esiste o accade ci può essere la corrispondente metacosa, ovvero il pensiero, la riflessione, la discussione, l'indagine, la critica, lo studio, la descrizione, la ricerca di fine e di senso ecc. della cosa stessa. Così, per ogni gioco ci può essere un metagioco, per ogni vita una metavita, per ogni uomo un metauomo, Insomma per il mondo un metamondo.
Per essere più precisi, per ogni cosa ci possono essere tante metacose, una per ogni persona e per ogni momento in cui la persona è occupata a pensare la cosa.
Anche le discipline che studiano i fenomeni umani possono avere le loro metadimensioni: così per la psicologia possiamo avere una metapsicologia (o psicologia della psicologia), che studia la psicologia degli psicologi, per la filosofia la metafilosofia (o filosofia della filosofia), che studia la mentalità e la psicologia dei filosofi, per la sociologia la metasociologia (o sociologia della sociologia), che studia le società, le mentalità e la psicologia dei sociologi ecc.
Mentre i fatti non cambiano e sono univoci, i metafatti possono cambiare tante volte, da persona a persona e in una stessa persona. Possiamo quindi parlare di una unica verità e di tante metaverità. Infatti ogni filosofo o non filosofo, già da bambino, ci propone le sue metaverità dopo essere stato addestrato (in modo spesso irreversibile) a credere in alcune di esse.
Ma la metacosa può anche non esserci. Si può infatti vivere senza chiedersi perché e senza cercare di capire la vita stessa, propria o altrui.
Mi sembra che la caratteristica più importante dell'uomo, ciò che lo differenzia dagli altri animali sia proprio la capacità e la motivazione a costruire ed usare metacose. Questa riflessione, ad esempio, è una forma di metauomo.
Io, infatti, oltre alla mia vita, vivo una metavita, e una meta-metavita e così via, come uno specchio che si riflette in un altro specchio in un gioco infinito di riflessioni.
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