I principali concetti chiave per comprendere la vita nel suo divenire sono, secondo me, quelli di sistema, informazione, interazione e bisogno e, per le forme di vita più complesse, come quella umana, il concetto di sentimento.
Il concetto di sistema è importante perché il mondo è un sistema di sistemi, come pure lo sono la biosfera, tutti gli esseri viventi, gli esseri umani, la loro mente o psiche e le società. Un sistema è un insieme di parti che interagiscono obbedendo alle leggi della natura e cercando di soddisfare i propri bisogni. Dalla interazione delle parti, che può essere simbiotica come nei gruppi sociali, possono emergere caratteristiche che non erano presenti nelle singole parti, ovvero negli individui. Per questo si dice che un sistema è più della somma delle sue parti.
Il concetto di informazione è importante negli esseri viventi perché la vita è basata su informazioni (codificate nel DNA) che istruiscono la materia vivente a conservarsi, svilupparsi, apprendere, riprodursi e morire di vecchiaia, con o senza variazioni o mutazioni. Infatti le parti, o organi, che costituiscono un essere vivente comunicano tra loro scambiando informazioni (oltre che sostanze) e il loro comportamento è determinato da informazioni sia di origine genetica, sia acquisite attraverso interazioni precedenti. In tal senso si può dire che gli esseri viventi siano dei sistemi informatici (sebbene dotati di sentimenti).
Il concetto di interazione è importante perché un sistema non può esistere come specie, né tantomeno vivere come individuo, senza che vi sia un’interazione tra le sue parti, ovvero uno scambio (più o meno complesso) di informazioni, sostanze ed energie. In particolare, la mente umana si forma attraverso le interazioni con gli altri e allo scopo di apprendere ad interagire con gli altri in modo funzionale alla soddisfazione dei bisogni propri e delle persone da cui dipende.
Il concetto di bisogno è importante per un sistema vivente (o un ecosistema) perché ogni parte dell’ecosistema, risalendo fino alla cellula, si comporta in modo da soddisfare dei bisogni che sono codificati nel suo DNA e altri bisogni che si sono sviluppati attraverso interazioni con il resto del mondo. Il bisogno più elementare è quello dei geni, che necessitano di riprodursi e lo fanno con strategie che si differenziano attraverso l’evoluzione della specie e che possono comportare lo sviluppo di nuovi bisogni o bisogni subordinati. Infatti. ogni bisogno è un mezzo, tentativo, o strategia per soddisfare un bisogno di ordine superiore.
Trovo utile immaginare che i bisogni siano presidiati da agenti autonomi inconsci e involontari che io chiamo dèmoni il cui scopo è quello di ottenere la soddisfazione dei bisogni di cui sono custodi, in concorrenza con gli altri dèmoni nel cercare di dirigere il comportamento del soggetto in direzioni particolari. Questo controllo motivazionale viene attuato mediante la generazione di sentimenti di attrazione o repulsione, piacere o dolore, secondo quanto codificato nella mappa cognitivo-emotivo-motiva che si è formata nel soggetto attraverso le sue esperienze.
L’io cosciente, che è solo un componente del "sistema mente" (sul quale ha poteri molto limitati), non può modificare l’attività dei suoi dèmoni se non, indirettamente, sottoponendosi ad una psicoterapia o mediante esercizi di meditazione; tuttavia può rifiutarsi di obbedire ai loro comandi. Questo rifiuto, però, può costare sofferenze, disagi, insicurezza, depressioni, attacchi di panico, autoboicottaggi, psicosi ecc. Infatti i disagi e i disturbi psichici sono generalmente dovuti alla frustrazione prolungata, repressione o rimozione di bisogni particolari o al conflitto tra bisogni antitetici, come il bisogno di appartenenza/integrazione sociale, e quello di libertà/individuazione/opposizione.
Il concetto di sentimento, inteso in senso lato, cioè come capacità di avere sensazioni o emozioni e di esserne consapevole, è importante perché permette al soggetto (uomo o animale superiore) di utilizzare la sua intelligenza allo scopo di ottenere il massimo piacere e il minimo dolore nelle varie forme possibili, da quelle più fisiche a quelle più mentali. In tal modo, la specie del soggetto ottiene la soddisfazione dei suoi bisogni e quindi la propria conservazione, riproduzione ed evoluzione.
Agire e sentire (nel senso di provare sentimenti) sono connessi, in quanto normalmente si agisce sotto l'effetto e a causa di certi sentimenti e/o per ottenere certi sentimenti. In altre parole, il sentimento è la causa e il prodotto (o feed-back) dell'azione.
I concetti di sentimento e di bisogno sono intimamente legati in quanto il sentimento è la misura del grado di soddisfazione di uno o più bisogni. Infatti il piacere deriva dalla soddisfazione di bisogni, e il dolore dalla loro insoddisfazione. Le paure (ovvero, per meglio dire, i rigetti) sono bisogni di evitamento di qualcosa. Senza i bisogni non ci sarebbero sentimenti, né emozioni, né piaceri, né dolori, né gioie, né tristezze.
Per comodità di analisi, ho diviso i bisogni umani nei seguenti sei gruppi. Il concetto di bisogno è qui inteso in senso lato e comprende quelli di istinto, desiderio, passione, interesse, attrazione, pulsione, motivazione, speranza e simili.
- bisogni biologici (salute, sopravvivenza, rapporti sessuali, riparo, nutrizione, protezione e allevamento della prole, stimolazione, sensazioni, riposo, sonno, esercizio fisico, igiene, guarigione dalle malattie ecc.)
- bisogni di comunità (appartenenza e integrazione sociale, comunione, condivisione, alleanza, affiliazione, solidarietà, affinità, intimità, interazione, cooperazione, partecipazione, servire, accettazione, approvazione, accoglienza, rispetto, moralità, ritualità, dignità, responsabilità ecc.)
- bisogni di bellezza (armonia, semplicità, uniformità, conformità, coerenza, pulizia, simmetria, regolarità, purezza, ritmo, danza, canto, suono, musica, poesia ecc.)
- bisogni di libertà (individuazione, diversità, ribellione, opposizione, trasgressione, novità, innovazione, creatività, cambiamento, umorismo, egoismo, riservatezza, irresponsabilità ecc.)
- bisogni di conoscenza (linguaggi, conoscenze, comprensione, esplorazione, calcolo, misurazione, informazione, osservazione, monitoraggio, previsione, memoria, ricordi, registrazione, documentazione ecc.)
- bisogni di potenza (potere, abilità, capacità, supremazia, superiorità, prevalenza, dominio, proprietà, possesso, competitività, aggressività, controllo, arroganza, gelosia, invidia ecc.)
Le scienze umane (psicologia, filosofia, sociologia, antropologia, storia, linguistica ecc.) cercano di conoscere la natura umana (ovvero il funzionamento del sistema Uomo) ognuna dal suo punto di vista specializzato, parziale e spesso controverso. L’Uomo, d’altra parte, avrebbe bisogno di comprendere la propria natura in tutti i suoi aspetti essenziali, per vivere al meglio la propria vita. Infatti i fenomeni umani sono tutti tra loro intimamente collegati e interdipendenti, ed è difficile capire una parte del "sistema natura umana" senza capire tutte le altre e l'intero almeno a grandi linee.
Purtroppo, anche a causa della specializzazione, della cessata integrazione delle scienze umane e dell’influenza delle religioni, c'è una diffusa ignoranza e misconoscenza sulla natura umana in generale e in particolare per quanto riguarda i bisogni umani (genetici e acquisiti). Tale condizione è causa dello stato confuso dell’Homo Sapiens, un ex animale non ancora diventato Uomo, che continua a fare inutilmente del male a se stesso e al prossimo.
Secondo me la saggezza (che comporta un'intelligenza emotiva) consiste nel comprendere i bisogni propri e altrui (e i corrispondenti sentimenti e dèmoni), e usare la propria intelligenza per valutarli e conciliarli, ovvero per soddisfare entrambi ove possibile, dato che un essere umano, per soddisfare i propri bisogni necessita della cooperazione di altri esseri umani, i quali sono disposti a cooperare solo nella misura in cui grazie a tale cooperazione riescono a soddisfare anche i propri. Inoltre, a livello personale, è importante soddisfare tutti i propri bisogni “sani”, senza frustrarne o rimuoverne alcuno, per evitare di incorrere in sofferenze e disturbi psichici.
Vedi anche Struttura della mente.
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