Siamo tutti normalmente schiavi della ragione, che ci obbliga a comportarci in un certo modo, spesso a noi sfavorevole, generando in noi la paura di aver torto, sbagliare, deviare dagli insegnamenti ricevuti, dire o fare sciocchezze, cose mai dette o fatte da altri prima di noi, pazze, irragionevoli, incomprensibili, impertinenti.
Per liberarci da tale dittatura non c'è nulla di meglio che la poesia.
Infatti, il vantaggio della poesia sulla prosa è proprio la sua libertà dalla dittatura della ragione, e ciò che più attrae in un componimento poetico è una certa dose di follia, più o meno nascosta in un'armonia di stimoli verbali.
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