Il tema della gerarchia in un sistema sociale è spesso censurato e mistificato. Si cerca infatti spesso di nascondere il fatto che esiste una concorrenza più o meno violenta per ottenere e mantenere le posizioni gerarchiche più elevate, cioè per avere più potere, più possedimenti, più autorità, più prestigio, più onore, più stima, più gloria.
Coloro che occupano le posizioni più elevate, e quindi le classi e le persone dominanti in ogni campo, tendono infatti a giustificare in vari modi le loro stesse posizioni privilegiate e non vedono di buon occhio, e osteggiano coloro che le mettono in discussione, le contestano o le sfidano.
Spesso, inoltre, ci sono alleanze tra il potere politico e quello religioso per legittimare e giustificare reciprocamente i poteri stessi, al punto che la contestazione del potere politico può essere considerata un peccato religioso, e la contestazione del potere religioso un reato civile o politico.
Tutta la vita sociale, la cultura e perfino la scienza sono tanto impregnate di lotta per il predominio gerarchico quanto impegnate a nascondere e a negare la lotta stessa e i loro conflitti di interesse.
Risultato è che l'umiltà e la modestia sono considerate virtù e la presunzione e l'arroganza difetti. Tutto ciò serve solo a scoraggiare la competizione, a vantaggio di chi dalla competizione avrebbe da perdere.
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