Da Essere e Tempo di Heidegger:
"L'Esserci non è soltanto un ente che si presenta fra altri enti. Onticamente, esso è piuttosto caratterizzato dal fatto che, per questo ente, nel suo essere, ne va di questo essere stesso. La costituzione d'essere dell'Esserci implica allora che l'Esserci, nel suo essere, abbia una relazione d'essere col proprio essere.
Il che di nuovo significa: l'Esserci, in qualche modo e più o meno esplicitamente, si comprende nel suo essere. È peculiare di questo ente che, col suo essere e mediante il suo essere, questo essere è aperto ad esso. La comprensione dell'essere è anche una determinazione d'essere dell'Esserci. La peculiarità ontica dell'Esserci sta nel suo esser-ontologico."
Il che di nuovo significa: l'Esserci, in qualche modo e più o meno esplicitamente, si comprende nel suo essere. È peculiare di questo ente che, col suo essere e mediante il suo essere, questo essere è aperto ad esso. La comprensione dell'essere è anche una determinazione d'essere dell'Esserci. La peculiarità ontica dell'Esserci sta nel suo esser-ontologico."
Da L'Essere e il Nulla di Jean-Paul Sartre:
"L'essere della coscienza, in quanto coscienza, è tale da esistere a distanza da sé come presenza a sé; questa distanza nulla che l'essere porta nel suo essere, è il nulla. Ne viene che affinché esista un sé, occorre che l'unità di questo essere comporti il suo proprio nulla come nullificazione dell'identico. Il per-sé è l'essere che si determina esso stesso ad esistere come tale da non poter coincidere con sé stesso. Così il nulla è questo buco d'essere, questa caduta dell'in-sé in quel sé in virtù di cui si costituisce il per-sé. Il nulla è la messa in questione dell'essere da parte dell'essere, cioè proprio la coscienza o per-sé."
Allo stesso modo in cui non si ha la pretesa di aprire un testo di fisica e comprenderlo dopo una lettura veloce, senza che questo implichi l’affermazione dell’inutilità della materia, credo sia ingenuo dare un giudizio simile sulla filosofia di Heidegger senza avere gli strumenti per conoscerla. Le faccio notare che per chi ha seguito (minimo) un corso universitario di storia della filosofia contemporanea o di ontologia, le parole di Heidegger risultano perfettamente chiare e sensate. Ha scelto proprio un luogo imprescindibile e cruciale di Essere e tempo. Lo stesso vale per Sartre. Il linguaggio è apparentemente respingente, lo stesso Heidegger lo definisce “goffo”, ma se si hanno ben presenti gli obiettivi dell’opera e i concetti generali nei quali inquadrare il pensiero, è possibilissimo approssimarsi a una comprensione perlomeno parziale del testo. La invito a farlo, come ho detto può essere necessario un corso e tanta buona volontà, e a rivedere le sue opinioni.
RispondiEliminaGrazie del consiglio, che non seguirò perché non ritengo che capire il pensiero di Heidegger possa aiutarmi a vivere meglio.
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