2015/08/04

Catechismo della Chiesa cattolica

Più che la Bibbia, il "Catechismo della Chiesa cattolica" [1] è la migliore guida per decristianizzarsi senza fatica e senza dubbi. Approvato nel 2005 da Benedetto XVI, strutturato in forma di 598 domande e risposte ordinate per temi, brevi e precise, generalmente tautologiche, autoreferenziali, astruse, fondamentaliste, politicamente tendenziose, evasive, questo volumetto è tutto un fiorire di imbarazzanti e sfacciati insulti al buon senso e all'intelligenza dei lettori. Per il suo bene, la Chiesa dovrebbe metterlo all'indice, ritirare tutte le copie in circolazione e farlo cadere nell'oblio.

La Bibbia è meno pericolosa del Catechismo perché molto più confusa, non strutturata tematicamente, e scritta in un linguaggio spesso poetico ed arcaico, di difficile consultazione e comprensione, dove è difficile distinguere il realismo dalla metafora, la favola dal fatto storico.

Credo che la Chiesa insista volutamente e strategicamente nel confermare la verità di certi scritti assurdi e a volte rivoltanti, perché in tal mondo educa i suoi fedeli già in età infantile (approfittanto della loro incapacità di intendere e di distinguere il senso dal non-senso) ad accettare l'assurdo come verità, ad inibire lo spirito critico e, soprattutto, a considerare il clero come unica e insostituibile autorità intellettuale e legittimo intermediario e interprete tra l'uomo e Dio.

Infatti, se gli scritti ecclesiali avessero qualche senso, sarebbe possibile analizzarli, criticarli, denunciarne le incoerenze, l'irrazionalità, l'infondatezza. Ma ciò è inutile in un testo che è illogico dall'inizio alla fine e usa la fede come strumento per trasformare in verità assoluta l'assurdo, l'incredibile, l'indimostrabile a favore del potere politico del clero. In tal modo si scoraggia una loro lettura critica ed educa i catecumeni al blackout razionale.

La scienza unisce, la religione divide. Infatti un altro vantaggio dell'assurdità degli scritti ecclesiali è che grazie ad essa la gente si divide in credenti (cioè i fedeli su cui il clero può contare stabilmente per il sostegno politico ed economico) e non credenti (cioè i critici e gli avversari politici). Una divisione che il clero ha bisogno di monitorare costantemente, per la propria sopravvivenza.

[1] Catechismo della Chiesa cattolica - Compedio. (Libreria Editrice Vaticana - Città del Vaticano - ristampa luglio 2005) - Sito web

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Blog di Bruno Cancellieri