Ognuno di noi è circondato da miliardi di altri esseri umani, ciascuno animato da certi bisogni, desideri, sentimenti, piaceri, dolori, simpatie e antipatie, ciascuno con una certa visione del mondo e dell'umanità, ciascuno con certi problemi, disagi, capacità, incapacità e risorse.
Da ciascuno di essi ognuno di noi può avere cose buone e cattive, utili e nocive, gradevoli e sgradevoli. In ogni caso ognuno di noi ha bisogno di interagire con un certo numero di altri per sopravvivere e soddisfare i propri bisogni e i propri desideri.
Allo stesso tempo, qualcuno potrebbe aver bisogno di noi o di competere contro di noi per soddisfare i propri bisogni e i propri desideri. In altre parole, ognuno di noi può essere utile o nocivo, vantaggioso o svantaggioso per altri esseri umani.
Ognuno di noi deve perciò stabilire una propria strategia sociale, ovvero decidere con chi e come interagire e non interagire, chi incontrare e chi non incontrare, chi imitare e chi non imitare, chi aiutare e chi contrastare, con chi cooperare e contro chi competere, a chi credere e a chi non credere, a chi chiedere e a chi non chiedere, cosa offrire e cosa non offrire, a chi legarsi e da chi liberarsi.
In realtà ognuno di noi ha già una strategia sociale, nel suo inconscio. Ne ha sempre avuta una, che nel tempo è evoluta e continuerà ad evolvere e a determinare le proprie scelte e i propri affetti. È una strategia inconscia che a volte confligge con la propria volontà cosciente.
Rendere conscio l'inconscio (per quanto possibile) significa anche e soprattutto svelare a se stessi ed elaborare la propria strategia sociale.
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