2018/05/23

Giuseppe Conte: ridicolo, patetico, narcisista, manipolatore o millantatore?

Osserviamo il curriculum vitae di Giuseppe Conte, candidato capo del governo della Repubblica Italiana.

Nel documento, depositato nel 2013 presso la Camera dei Deputati,  ci sono anche i curriculum di altre persone; Conte "ce l'ha più lungo" (in senso fisico e metaforico) di tutti, ben 12 pagine, contro due o tre degli altri. Ci ha menzionato ogni suo passo, anche quelli più marginali, per cui è difficile distinguere le cose più importanti da quelle meno importanti. E' come se nel mio curriculum io avessi menzionato tutti i progetti informatici a cui ho partecipato nella mia vita professionale, come capo-progetto o membro della squadra, akmeno 200, mescolandoli con eventi importanti come il cambio di datore di lavoro.

Emblematica, e molto discussa in questi giorni, la menzione dei suoi rapporti con la New York University: "dall'anno 2008 all'anno 2012 ha soggiornato, ogni estate e per periodi non inferiori a un mese, presso la New York University, per perfezionare e aggiornare i suoi studi".

La realtà è che Conte aveva ottenuto l'autorizzazione ad accedere alla biblioteca della NYU, dove ha passato del tempo a ricercare, ma ciò che ha scritto nel curriculum lascia intendere che lui abbia ottenuto qualche titolo da quella università, in cui, in realtà, non c'è traccia del suo passaggio e lui non ha nemmeno un attestato di frequenza di qualche corso.

Non mi pare che il fatto di studiare come autodidatta in solitario in una biblioteca americana sia qualcosa da includere in un curriculum. Aggiornarsi studiando da soli è qualcosa che tutti i professionisti fanno o dovrebbero fare. Non cambia molto se si fa in casa propria o in una biblioteca. Se Conte avesse scritto chiaramente che si trattava di uno studio autodidattico e informale sarebbe stato ridicolo o patetico; avendolo detto in modo ambiguo e pomposo si è dimostrato narcisista, manipolatore o millantatore.

Affidereste il futuro del vostro paese ad una persona così?

Siamo un popolo di furbetti e di furbastri.

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Blog di Bruno Cancellieri