La capacità di memorizzare nuove informazioni e il significato cognitivo-emotivo che ad esse viene associato dipendono dai contenuti e dalla struttura delle informazioni precedentemente memorizzate. Infatti quello che percepiamo deve essere analizzato con gli strumenti di cui già disponiamo (ovvero con i contenuti delle memoria già acquisita) e deve trovare posto nell'organizzazione preesistente. Se il posto non viene trovato, l'informazione viene dimenticata.
Infatti, noi siamo in grado di capire e ritenere (ovvero memorizzare) solo informazioni che hanno un "senso" e una collocazione logica certi tipi o categorie di informazioni precedentemente memorizzati.
Tutto ciò sembra ovvio, tuttavia merita una riflessione in quanto ci fa capire i limiti della comunicazione e dell'apprendimento, ovvero che non tutti sono in grado di apprendere (ovvero capire e ricordare) con la stessa facilità quello che viene loro detto o che essi osservano, ascoltano, o leggono, non perché siano diversamente intelligenti o volenterosi, ma semplicemente perché hanno diverse memorie ovvero diverse mappe cognitivo-emotive.
Lo stesso vale per le abilità psicomotorie, artistiche, musicali e intellettuali, come, per esempio, l'apprendimento delle lingue straniere.
L'apprendimento, dunque, deve essere graduale e, soprattutto, adeguato a ciò che la persona ha già appreso; adeguatezza che comporta analogie e somiglianze con, o estensione di, cognizioni che il soggetto ha precedentemente acquisito.
Ne consegue che il miglio metodo di insegnamento è quello personalizzato, che parte dalla constatazione di quanto il soggetto già sa e di come è strutturato il suo sapere.
L'apprendimento può comportare una estensione e/o una trasformazione più o meno radicale della struttura cognitiva preesistente. Nel primo caso esso è più semplice che nel secondo, essendo più facile aggiungere che sostituire parti a conoscenze già acquisite. Infatti non è facile cancellare la memoria umana, ovvero dimenticare cose che si conoscono, come se uno non le avesse mai conosciute, per cui tutto ciò che abbiamo appreso, se da una parte ci facilita nell'apprendere nuove cose, dall'altra ci ostacola nel modificare la struttura ovvero la mappatura cognitivo-emotiva di ciò che abbiamo già appreso.
Quindi, trasformare una struttura cognitivo-affettiva non comporta la sostituzione ma la moltiplicazione dei rami della struttura stessa, dove, dopo l'apprendimento di nuovi contenuti non coerenti con quelli precedenti, ci saranno rami che col tempo diventeranno sempre più desueti e nuovi rami che col tempo diventeranno sempre più abituali. Nel frattempo il soggetto soffrirà di indecisione e confusione tra i vecchi e nuovi rami.
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