2016/06/19

Il gioco della volontà: agire e subire

L’essere umano ha due facoltà fondamentali: agire e subire. Per agire s’intende l’esercitare un’azione volontaria e cosciente a seguito di una scelta razionale, senza costrizioni o pressioni. Per subire s’intende l’esercitare un’azione involontaria conscia o inconscia a seguito di una costrizione o pressione esterna o interna.

Agire e subire sono interdipendenti. L’agire può essere inibito o favorito dal subire e viceversa.

Agire significa esercitare il libero arbitrio, cioè la libera volontà, ma questa potrebbe essere illusoria, cioè essere in realtà un effetto del subire inconscio.

Supponendo che il libero arbitrio esista davvero, osserviamo che esso è limitato sia nel tempo che nella potenza. Infatti l’agire è sempre limitato dal subire. Agire e subire concorrono nel determinare il comportamento dell’individuo.

E’ opportuno che chi agisce sia consapevole dei limiti dell’agire determinati dalla concorrenza del subire, per evitare illusioni di onnipotenza. Un agire intelligente e produttivo deve sempre fare i conti con gli effetti del subire e capire quando e quanto occorre resistere o cedere al subire.

In effetti, l’agire intelligente dovrebbe occuparsi soprattutto del subire, e avere come missione la soddisfazione dei bisogni all’origine di ciò che si subisce.

Infatti, i bisogni, e il loro stato di maggiore o minore soddisfazione, determinano sia i sentimenti e le emozioni, sia le pulsioni e gli imperativi che subiamo.

Subire è vitale, naturale e indispensabile e va assecondato dall’agire tranne quando è evidentemente pericoloso.

Il gioco della volontà consiste nell’agire percependo il subire e assecondandolo al fine della soddisfazione dei bisogni ad esso sottostanti, decidendo in ogni momento se lasciarsi andare nella direzione subita o se correggere tale direzione nei limiti concessi dallo stesso subire.

In altre parole, la volontà, cioè l’agire, non deve porsi come antagonista del subire, ma come suo servitore, tutore, amministratore, min

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Blog di Bruno Cancellieri