Il ballo è praticato con piacere in quasi tutte le culture del passato e del presente. Io credo che il motivo stia nel fatto che l'atto del ballare comporta un'interazione sincrona tra le persone che ballano, e/o tra chi balla e chi suona, e per il fatto che interagire sincronicamente con altri corrisponde ad un bisogno umano innato, riconducibile ad un più generale bisogno di appartenenza e integrazione sociale. In altre parole, ballando si conferma la propria appartenenza ad una comunità, perché ballare è anche un rito di appartenenza e partecipazione.
Anche attività come giocare, suonare, cantare, viaggiare, lavorare insieme, conversare, essere spettatori "dal vivo" di eventi sportivi, teatrali, cinematografici, musicali, artistici, circensi, politici, religiosi, cerimonie, celebrazioni, riti ecc. soddisfano lo stesso bisogno di interazione sincrona ed è per questo che continuano ad essere praticate in tutte le culture.
Tornando al ballo, esso piace in modo particolare forse perché comporta anche simbologie sessuali più o meno esplicite. Infatti ballare è anche un rito di corteggiamento.
Per quanto sopra, il ballo e le altre forme di interazione sincrona che non hanno uno scopo pratico se non quello di divertire o ritualizzare, e perciò da alcuni considerate frivole o improduttive, dovrebbero essere prese sul serio e considerate importanti, se non indispensabili, in ogni società "sana". Si tratta infatti di divertimenti o rituali utili a soddisfare un bisogno (quello appartenenza e integrazione sociale) la cui frustrazione potrebbe nuocere alla salute mentale e di conseguenza anche quella fisica.
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