Noi esseri umani abbiamo un bisogno innato e strutturale di fare cose insieme ai nostri simili, come giocare, lavorare, scambiare idee, beni, servizi, eros ecc.
Il problema è che per poter fare cose insieme dobbiamo accordarci sulle cose da fare e su come farle.
Infatti ognuno vorrebbe "giocare" al "gioco" che gli è più congeniale, in cui è più competitivo o favorito, o di cui ha più bisogno o desiderio.
Succede perciò frequentemente che tra coloro che intendono fare cose insieme nascano conflitti per quanto riguarda la scelta dei tipi di interazione e delle regole da rispettare. Queste includono gli obiettivi da raggiungere, gli obblighi, i divieti, i principi logici, etici ed estetici da applicare, l'epistemologia su cui basarsi e i ruoli (funzionali e gerarchici) che in tale quadro ciascuno dovrebbe assumere.
Il problema è aggravato dal fatto che tipicamente tali conflitti non vengono gestiti in modo esplicito, mediante negoziati franchi e chiari. Per ottenere ciò che si vuole sono invece generalmente messe in atto manovre nascoste, dissimulate e mistificate in nome di un fantomatico buon senso soggettivo e arbitrario, o della comune consuetudine.
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