A mio parere, l'uomo ha una tendenza innata a sottomettersi agli "altri", intendendo con questa parola non singoli individui, ma ciò che George H. Mead definisce come "Altro generalizzato". Si tratta di un ente mentale che potremmo chiamare anche "spirito della comunità", riferendoci alla comunità soggettiva e ideale a cui ognuno vorrebbe appartenere, caratterizzata da particolari aspetti culturali, intellettuali, economici, estetici, etici, religiosi, ecc.
L'uomo, infatti, non può esistere né soddisfare i propri bisogni al di fuori di una comunità e il dramma esistenziale di ognuno consiste nel trovare e mantenere un posto sostenibile in una comunità sostenibile, vale a dire una comunità e un posto tali da permettergli di soddisfare in modo stabile e inesauribile tutti i propri bisogni.
La sottomissione è dunque funzionale all'appartenenza, anzi, ne è condizione imprescindibile. In termini sistemici si può infatti dire che un ente non può far parte di un sistema se non viene accettato dal sistema stesso, cioè se le altre parti non accettano di interagire con l'ente in questione in modo cooperativo.
L'ente che vorrebbe entrare a far parte di un sistema deve dunque adattarsi al sistema (e non viceversa), anche se una parte può, in condizioni particolari e in una certa misura, modificare il sistema stesso. Questo vale anche per un individuo che aspira a far parte di una comunità.
Dal momento che le comunità moderne sono molto numerose e fluide in termini di prerequisiti, un individuo ha una certa libertà di scelta sia relativamente alle comunità a cui appartenere, sia per quanto riguarda i ruoli da giocare nelle stesse. Tuttavia, una volta effettuata tale scelta, all'individuo non resta che sottomettervisi, per godere dei benefici derivanti dall'appartenenza alla comunità e per non rischiare di perderli. Vale a dire che l'individuo, dopo aver esercitato la libertà di scelta, deve rinunciare all'ulteriore esercizio di tale libertà in virtù della stabilità acquisita. D'altra parte, la sottomissione è una fonte di piacere (di cui il soggetto è più o meno consapevole) in quanto motivo di soddisfazione e di sicurezza.
Un individuo potrebbe tuttavia ritrovarsi sottomesso a comunità e/o a ruoli che non soddisfano sufficientemente i propri bisogni. In questo caso la sottomissione è causa di frustrazione, conflitto o paura e può dar luogo alla ricerca di nuove comunità o di nuovi ruoli nella comunità di appartenenza.
Riassumendo, la soddisfazione dei bisogni e la sicurezza di un essere umano sono normalmente legati alla sua sottomissione a certe comunità e a certi ruoli nelle stesse. Quando le comunità e i ruoli soddisfano sufficientemente i bisogni dell'individuo, questo prova piacere nella sottomissione. In caso contrario, la teme.
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