A mio avviso, l'uomo "normale" (conforme alle norme di comportamento della propria comunità) non è autentico: è portatore di contraddizioni e falsità che nasconde agli altri e a se stesso, e non riesce a vedere le proprie incoerenze.
L'uomo normale ha paura di essere giudicato e di giudicare la maggioranza degli altri membri della propria comunità perché, se lo facesse, questa lo punirebbe emarginandolo. Si limita dunque a giudicare i suoi avversari (cioè quelli che la pensano diversamente da lui) e gli "anormali" (cioè le minoranze, i diversi, gli outsider, i capri espiatori e gli orditori di presunti complotti).
Affinché tutto questo fili liscio, tra gli uomini che condividono lo stesso tipo di "normalità" c'è un tacito accordo: ognuno si astiene dal vedere e dal criticare le contraddizioni e le falsità altrui, oltre che le proprie.
Infatti è difficile criticare gli altri senza criticare indirettamente anche se stessi, dato che noi umani siamo simili in quanto a bisogni, difetti e contraddizioni.
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