2019/04/27

Triangoli relazionali

La seguente figura illustra la complessità delle relazioni umane per quanto riguarda la coerenza tra le motivazioni (consce e inconscie) di un soggetto e quelle delle persone con cui egli interagisce.

I triangoli nella figura si riferiscono alla teoria dell'equilibrio cognitivo di Fritz Heider, che io preferisco chiamare "teoria dell'equilibrio cognitivo e affettivo" in quanto ha a che fare non solo con pensieri, ma anche con sentimenti consci e inconsci (vedi Triangolazioni affettive, comunità sentimentali).

Tuttavia, mentre nella teoria di Heider i vertici del triangolo rappresentano persone diverse, in questo articolo i vertici rappresentano: (1) l'io cosciente di un individuo, (2) il "me" o "sé", ovvero la percezione che l'io cosciente ha della propria persona (vale a dire dei propri aspetti personali), e (3) qualunque altra persona.




La figura mostra la coesistenza di varie relazioni, sia tra l'io e qualsiasi altra persona, sia tra l'io e i propri aspetti . Mostra anche che gli aspetti di una persona sono percepiti sia dal soggetto, sia da qualunque altra persona (in modi che possono essere incoerenti, dando luogo a squilibri cognitivi e affettivi.)

Dalla figura si evince che ogni essere umano è (pre)occupato (consciamente o inconsciamente) di ciò che gli altri pensano e sentono nei confronti dei propri aspetti e tende a stabilire un equilibrio cognitivo e affettivo tra questi e le persone per lui importanti.

Per esempio, se una persona A ritiene che una certa persona B (amata da A) non ami il fatto che A ami leggere certi autori, si ha uno squilibrio (cognitivo e affettivo) che viene prima o poi riequilibrato in due possibili modi: (1) A smette di interessarsi alla lettura degli autori non amati da B o (2) A smetta di amare B. La scelta dipende da quale sia l'interesse prevalente per A (l'amore per B o quello per certi autori).

La relazione tra una persona e gli aspetti propri e altrui riguarda i singoli aspetti, per cui può essere diversa a seconda aspetto considerato (cioè di una persona possono piacere certi aspetti e non piacere altri). Invece, la relazione tra due persone è una sommatoria delle relazioni riguardanti i diversi aspetti, ovvero costituisce un giudizio "cognitivo e affettivo" complessivo dell'altra persona.

Le strutture relazionali rappresentate nella figura possono spiegare bene le inibizioni che un soggetto può avere nel fare, pensare, desiderare (e perfino sentire) certe cose, nel caso in cui esse siano disapprovate da persone importanti per il soggetto stesso, e viceversa; possono infatti spiegare la motivazione a fare, pensare, desiderare, sentire certe cose in quanto approvate o (rac)comandate da persone care.

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Blog di Bruno Cancellieri