Un essere umano, normalmente, non interagisce direttamente con un altro membro della stessa specie, ma con una struttura mentale a cui entrambi appartengono e che è regolata da certe regole accettate e rispettate da entrambi.
Il rapporto è simile a quello di un giocatore, che non interagisce direttamente con un altro giocatore, ma con il gioco che stanno giocando.
È come se ogni giocatore osservasse un suo robot in uno schermo TV mentre gioca con un altro robot, e decidesse le prossime mosse del suo robot sulla base della situazione del gioco.
Il gioco degli scacchi è una metafora di quanto ho affermato. Infatti, le mosse di ciascun giocatore vengono decise sulla base delle posizioni delle rispettive figure, per cui, a tutti gli effetti, ogni giocatore gioca, ovvero interagisce, con il gioco, più che con l'avversario. Infatti, i giocatori non si toccano mai, né hanno bisogno di dirsi alcunché, essendo le regole del gioco note a, e accettate da, entrambi.
Nella vita reale le figure degli scacchi sono sostituite dagli atti e dalle parole che gli interattori si scambiano, e in ogni momento è come se, su una scacchiera ideale, ci fossero delle figure posizionate in un certo modo corrispondente alle cose che ciascun giocatore ha fatto o detto nella partita in corso.
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