Siamo continuamente spinti ad esprimere agli altri la nostra comune o non comune appartenenza a qualche contesto sociale. Questo bisogno è fonte di tensione perché da essa dipende il carattere della relazione con l'altro. Infatti, quando due umani si incontrano, la prima cosa che sentono di dover fare è stabilire se siano amici o nemici, ovvero se interagire in modo amichevole o ostile, ovvero se appartengano alla stessa confraternita o a confraternite diverse, e, in quanto diverse, ostili. Anche una semplice e banale conversazione può servire allo scopo. È difficile, se non impossibile, sfuggire al reciproco riconoscimento delle appartenenze. Perché non parlare è segno di ostilità o estraneità, e parlare comporta rivelare le proprie appartenenze.
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