La relazione è il prodotto e il motivo dell'interazione. La seconda è molto più importante della prima perché senza l'interazione non si ottiene la relazione, o questa non può essere mantenuta se non come ricordo.
La relazione è uno stato, mentre l'interazione è un cambiamento di stato, è dinamismo, ovvero scambio di masse, sostanze, energie, informazioni, beni o servizi.
La vita, che è un fatto dinamico, dipende dalle interazioni, non dalle relazioni, anche se, nei rapporti umani certe interazioni sono condizionate da certe relazioni.
I rapporti umani sono dunque circolari nel senso che consistono in un continuo passaggio da interazione a relazione e da relazione a interazione.
L'appartenenza, che è una relazione fondamentale per un essere umano, è dunque anch'essa dipendente da interazioni, le quali, a loro volta, dipendono da certe appartenenze e non sono possibili al di fuori di esse.
Anche nella sfera dei sentimenti, e in particolare nel piacere e nel dolore, l'interazione è più importante della relazione, e ciò che più piace o dispiace non è l'aver ottenuto una relazione ma l'interazione che ha permesso di ottenerla, cioè non lo stato raggiunto ma il suo raggiungimento, cioè il cambiamento di stato.
Per questo è più piacevole una relazione instabile, che ha bisogno di essere mantenuta attraverso una frequente interazione, che una stabile che, una volta ottenuta, non può più essere alterata o eliminata, anche senza fare alcunché.
Una relazione, per dare piacere e mantenersi, deve dunque essere "frequentata" cioè confermata per mezzo di interazioni frequenti.
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