I due emotori sociali sono:
- Il bisogno di ottenere o mantenere, e la paura di perdere, un sufficiente grado di appartenenza, integrazione e interazione sociale
- Il bisogno di ottenere o mantenere, e la paura di perdere, un sufficiente grado di libertà e individuazione
L'emotore della libertà sorveglia continuamente il grado di libertà e di individuazione. Anche in questo caso, se questo è (inconsciamente) percepito come troppo basso rispetto al livello minimo desiderato, l'emotore genera una motivazione a fare cose che possano aumentarlo. Se la sua tendenza è percepita (inconsciamente) in diminuzione, l'emotore genera tristezza, depressione, ansia o panico allo scopo di inibire i comportamenti ritenuti causa della diminuzione. Se invece essa è percepita in aumento, l'emotore genera euforia, ottimismo o piacere per incentivare il soggetto a proseguire i comportamenti ritenuti causa dell'aumento.
Occorre considerare che la valutazione (inconscia) circa gli effetti di un certo comportamento ai fini dell'appartenenza e della liberà può essere più o meno sana, cioè realistica. Uno degli obiettivi di una psicoterapia dovrebbe infatti consistere nel valutare se il soggetto ha una corretta cognizione (conscia o inconscia) di cosa sia realmente utile o dannoso per la sua appartenenza e la sua libertà.
Per concludere, chi cade in uno stato di tristezza, depressione, ansia o panico, dovrebbe chiedersi se ciò è dovuto ad una (reale) diminuzione del grado di appartenenza e/o di libertà, e considerare che è difficile conciliare l'appartenenza con la libertà, in quanto si tratta di due condizioni che tendono ad essere mutualmente esclusive.
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