Credenti e atei non possono rispettarsi, ma, nel migliore dei casi, tollerarsi.
Infatti, il credente considera l'ateo una pecorella smarrita, uno che non vede, uno a cui manca qualcosa (la grazia di Dio), uno che non ha ancora trovato una cosa preziosa che il credente ha invece trovato che da cui ricava un bene immenso. Insomma un minorato. Oppure una minaccia, uno che potrebbe allontanare da Dio (il sommo e indispensabile bene) i suoi familiari, amici e concittadini e renderli a loro volta pericolosi e infelici.
Viceversa l'ateo considera il credente un illuso, che sbaglia e vede cose che non esistono, che non è in grado di vedere le contraddizioni e assurdità delle scritture e degli insegnamenti religiosi.
Insomma, il rispetto reciproco tra credenti e atei è solo un'ipocrisia politcamente corretta che serve ad evitare guerre di religione.
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