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ATTENZIONE: Questo blog si è trasferito in http://blog.cancellieri.org
2014/09/30
Metaconoscenza
Più importante di una particolare conoscenza (o cognizione) è l'uso che ne facciamo e la verifica di una serie di aspetti ad essa relativi, tra cui: validità, applicabilità, utilità ed effetti per l'individuo e la società, oltre a: organizzazione, conservazione, reperibilità, accessibilità, comprensibilità, diffusione, controllo, comunicazione, condivisione, apprendimento, consapevolezza, memoria, evoluzione, manipolazione e mistificazione. Tutte cose che, messe insieme, io chiamo "metaconoscenza".
2014/09/29
Volersi bene
Non è facile trovare l''equivalente dell'espressione "voler bene" in inglese e in francese, dove non esiste una differenza tra "ti voglio bene" e "ti amo".
2014/09/28
Contro l'uso delle colonne sonore musicali
La colonna sonora musicale di un video, film o discorso registrato è un modo per incantare lo spettatore e indurlo ad associare certe emozioni alle cose che vede e/o alle parole che sente, in modo che queste vengano percepire come belle, buone, rassicuranti o brutte, cattive, inquietanti, secondo il tipo di musica scelto dal realizzatore.
La colonna sonora musicale serve, infatti, a manipolare lo spettatore.
La colonna sonora musicale serve, infatti, a manipolare lo spettatore.
2014/09/27
Il senso del sesso
Il sesso, per l'uomo è un fine, per la donna un mezzo. Per l'uomo è la felice conclusione di un percorso pieno di speranze, per la donna il felice inizio di un percorso pieno di speranze.
2014/09/26
Sbagliare insieme o avere ragione da soli
Al dilemma, se sia meglio sbagliare insieme o avere ragione da soli, l'emisfero cerebrale destro, sede dell'inconscio e dei sentimenti, risponde "l'importante è stare insieme, a qualunque costo", mentre quello sinistro, sede della razionalità e della coscienza, risponde "l'importante è avere ragione, a qualunque costo". Se i due emisferi non comunicano tra loro e se ognuno nega all'altro il diritto di partecipare con uguale peso alla scelta del comportamento da adottare, i risultati possono essere disastrosi, sia per quanto riguarda i rapporti sociali che la salute mentale.
2014/09/24
Tedeschi e italiani a confronto
Anche in Germania ci sono gli stronzi, i ladri, gli evasori, i razzisti ecc, ma sono in percentuale molto minore che in Italia e sono soggetti a una giustizia più severa, efficace ed efficiente. In questo momento in Germania c'è mancanza di manodopera specializzata e trovare lavoro è facilissimo in quasi tutti i settori (per esempio per i tecnici informatici, elettrotecnici, falegnami ecc).
Monaco è una città da favola, dove regna l'armonia, l'ordine, l'efficienza, il rispetto reciproco e per i beni comuni, e i prezzi dei beni di consumo sono sensibilmente più bassi che in Italia (a parte l'espresso e il cappuccino).
Monaco è una città da favola, dove regna l'armonia, l'ordine, l'efficienza, il rispetto reciproco e per i beni comuni, e i prezzi dei beni di consumo sono sensibilmente più bassi che in Italia (a parte l'espresso e il cappuccino).
La sincerità di Jahve
Secondo comandamento: "Non ti farai immagini scolpite né alcuna figura di quanto è in alto nei cieli né di quanto è in basso sulla terra, né di quanto è sotto la terra, nelle acque. Non ti prostrerai davanti ad essi né renderai loro un culto perché io, Jahve tuo Dio, sono un Dio geloso che punisce la colpa dei padri sui figli fino alla terza e quarta generazione di coloro che mi odiano, ma che usa benevolenza fino alla millesima generazione di coloro che mi amano e osservano i miei precetti."
Viva la sincerità con la quale Jahve ammette di essere geloso, irascibile e poco preciso nel punire e nel premiare!
Viva la sincerità con la quale Jahve ammette di essere geloso, irascibile e poco preciso nel punire e nel premiare!
Il destino dei demistificatori
Freud è stato uno dei grandi demistificatori dell'umanità, insieme a Nietzsche, Darwin e Marx. Sebbene oggi tutti più o meno sappiano (almeno superficialmente) chi sia stato Freud, il suo insegnamento è sostanzialmente ignorato, se non disprezzato, al di fuori dell'ambiente psicoanalitico e di una parte degli intellettuali. Penso che il motivo della sua impopolarità di fatto (a dispetto della sua popolarità di nome) sia proprio la sua funzione di demistificatore.
Infatti le persone che temiamo e odiamo di più sono i demistificatori perché, smascherando le nostre false ragioni, minano le fondamenta della nostra visione del mondo e di noi stessi. La loro stessa esistenza è un attentato alla nostra buona reputazione. Per questo, se ci sentiamo oggetto delle loro critiche, cerchiamo in tutti i modi di squalificarli (ricorrendo anche alle calunnie se necessario), e cerchiamo di minimizzare o far passare per difetti le loro virtù. Ovviamente tutto ciò avviene inconsciamente e difficilmente viene confessato.
Questo vale anche per gli psicologi che non sono capaci di mettere in dubbio la validità della loro scuola di formazione.
Infatti le persone che temiamo e odiamo di più sono i demistificatori perché, smascherando le nostre false ragioni, minano le fondamenta della nostra visione del mondo e di noi stessi. La loro stessa esistenza è un attentato alla nostra buona reputazione. Per questo, se ci sentiamo oggetto delle loro critiche, cerchiamo in tutti i modi di squalificarli (ricorrendo anche alle calunnie se necessario), e cerchiamo di minimizzare o far passare per difetti le loro virtù. Ovviamente tutto ciò avviene inconsciamente e difficilmente viene confessato.
Questo vale anche per gli psicologi che non sono capaci di mettere in dubbio la validità della loro scuola di formazione.
Come diventai ateo
Una volta chiesi al mio prof di religione se è giusto che Dio punisca i figli per le colpe dei genitori (come è detto esplicitamente nel secondo comandamento). Lui mi rispose, pressappoco, che si tratta di un mistero della fede che non possiamo comprendere e dobbiamo solo accettare come ogni altra volontà divina, che è buona e giusta in quando divina. Fui molto contento della risposta perché trovai un valido motivo per diventare ateo.
Il cambiamento climatico del pianeta
Grande discorso, inaspettato da un attore e per questo particolarmente toccante. Riuscirà l'umanità a svegliarsi prima che sia troppo tardi? Forse è già troppo tardi.
2014/09/21
Sulle religioni monoteiste
Cristianesimo, islamismo, giudaismo, sono religioni violente, atroci e psicotiche. Se un cristiano, musulmano o ebreo è una persona sana di mente e rispettosa degli altri (e sono la maggioranza!) vuol dire che non prende sul serio interamente la sua religione, ma ne prende solo alcune parti che considera valide, ignorando le altre, senza l'autorizzazione o l'approvazione delle autorità religiose.
Come allontanare le persone dalla religione
Il modo più semplice (anche se non sempre riesce) per allontanare una persona dalla religione è fargli leggere questi passi della Bibbia. Se uno seguisse questi precetti divini finirebbe immediatamente in un carcere o in un manicomio criminale. Tuttavia il Vaticano continua a confermare che la Bibbia (tutta la Bibbia, senza eccezioni, nuovo e vecchio testamento) è parola di Dio.
Affidabilità della filosofia
Una filosofia che non è capace di mettere in dubbio anche se stessa non è affidabile.
2014/09/20
Diffidare di tutte le spiegazioni razionali
Una delle cose più importanti che ci ha insegnato la psicoanalisi (e Nietzsche, che in qualche modo ne fu il precursore) è che conviene diffidare sempre delle spiegazioni razionali che ci vengono date dei fenomeni umani. Infatti, le vere ragioni dei nostri comportamenti sono spesso inconfessabili o poco edificanti, quindi opportunamente rimosse o mistificate dall'inconscio per mantenere un'immagine accettabile di noi stessi e della nostra cultura di appartenenza. Io applico questo principio "psicoanalitico" tutti i giorni, prima di tutto con me stesso e poi con le persone con cui ho a che fare. Purtroppo, trovo che gli psicoanalisti tendono a non considerare questo insegnamento quando si tratta della propria scuola di formazione e di se stessi.
I grandi nomi della storia della psicologia e della psicoanalisi hanno, chi più, chi meno, contribuito ad una migliore comprensione dell'Uomo ma credo che nessuno di loro sia riuscito a formulare una teoria capace di spiegare tutto quello che è importante sapere o presumere della natura umana. Quello che critico dei loro insegnamenti non sono le cose che hanno detto, ma quelle che non hanno considerato e che nuovi autori a venire aggiungeranno al puzzle. Per questo diffido di ogni "ipse dixit" e sono a favore di una psicologia eclettica, integrata, flessibile, aperta, capace di autocritica e di autoriforma.
In generale, gli psicoanalisti non hanno sfruttato il potenziale umanisticamente rivoluzionario del pensiero di Freud e di alcuni suoi geniali successori. La maggior parte di essi si è organizzata in sette dove si usa un linguaggio per lo più esoterico. Anche per questo la loro incidenza sul senso comune è minima.
I grandi nomi della storia della psicologia e della psicoanalisi hanno, chi più, chi meno, contribuito ad una migliore comprensione dell'Uomo ma credo che nessuno di loro sia riuscito a formulare una teoria capace di spiegare tutto quello che è importante sapere o presumere della natura umana. Quello che critico dei loro insegnamenti non sono le cose che hanno detto, ma quelle che non hanno considerato e che nuovi autori a venire aggiungeranno al puzzle. Per questo diffido di ogni "ipse dixit" e sono a favore di una psicologia eclettica, integrata, flessibile, aperta, capace di autocritica e di autoriforma.
In generale, gli psicoanalisti non hanno sfruttato il potenziale umanisticamente rivoluzionario del pensiero di Freud e di alcuni suoi geniali successori. La maggior parte di essi si è organizzata in sette dove si usa un linguaggio per lo più esoterico. Anche per questo la loro incidenza sul senso comune è minima.
2014/09/19
Sulla selezione delle informazioni
Il mondo attuale è caratterizzato (anche) da una sovrabbondanza di informazioni dovuta alla diffusione dei mass-media e di Internet in particolare. Attraverso il web, infatti, ognuno ha accesso gratuitamente ad una massa sterminata di informazioni in varie forme: notizie, saggi, libri, blog, commenti, recensioni, consigli, foto, audio, video ecc.
Tuttavia, con l'aumentare della quantità di informazioni disponibili diventa sempre più difficile selezionare le informazioni di cui abbiamo bisogno, ovvero che potrebbero esserci utili o da cui potremmo ricavare piacere, in quanto costituiscono una frazione infinitamente piccola del totale e sono disperse, praticamente nascoste, come aghi in un pagliaio senza limiti.
D'altra parte, una enorme quantità di informazioni a cui abbiamo attivamente o passivamente accesso è stata prodotta e viene messa a disposizione di tutti più per soddisfare gli interessi dei loro autori, produttori e dei loro clienti, che quelli dei potenziali fruitori. Mi riferisco all'informazione pubblicitaria commerciale (palese e occulta) e a quella "ideologica" il cui scopo è convincere i lettori, della validità di certe idee politiche, filosofiche, religiose, o di certi autori, artisti, politici, opere, prodotti, attività ecc.
Non esistono strumenti che permettono di selezionare l'informazione "buona" da quella inutile o dannosa nel mare magnum del patrimonio informativo accessibile a tutti. Questo infatti è miscuglio caotico e concorrenziale, in quanto ogni pezzo di informazione compete con tutti gli altri, con maggiore o minore impiego di mezzi di diffusione, per ottenere l'attenzione dei potenziali fruitori.
Nell'ottica di concepire degli strumenti di selezione dell'informazione, la prima cosa da fare è stabilire quale tipo di informazione sia "buona" per il suo fruitore, indipendentemente da quanto lo è per il suo produttore. Ciò è difficile a causa del fatto che poche persone sono in grado di stabilire cosa sia buono per loro e lasciano che siano altri a stabilirlo, come la cultura dominante, gli educatori, le religioni, la demagogia, la pubblicità ecc.
Come risolvere il problema?
Non credo sia realizzabile un sistema di classificazione universale in cui localizzare le informazioni potenzialmente utili, anche perché la psicologia, che dovrebbe determinare i criteri di utilità per l'uomo in senso lato, non è ancora sufficientemente evoluta né sembra che stia procedendo in tale direzione.
Credo invece che il problema della selezione dell'informazione sia parzialmente risolvibile mediante un lavoro cooperativo di "meta informazione", a cura di persone motivate a contribuire al progresso civile, che, ad oggi, sembrano purtroppo essere un'esigua minoranza della popolazione mondiale.
Immaginiamo che queste persone formino un social network e che ognuna di esse possieda uno spazio web in cui condivide i riferimenti a informazioni che gli sono state utili o che gli hanno dato piacere. Ciò non è molto diverso dal pubblicare pensieri o link in Facebook, ma si tratterebbe di farlo in modo più sistematico, formale e stabile, cioè meno volatile. Per esempio ognuno potrebbe costruire un indice analitico delle informazioni e fonti di informazione preferite e raccomandabili. Questo darebbe importanza alla qualità delle informazioni più che alla loro attualità.
Riassumendo, la soluzione consiste nella condivisione (mediante appositi spazi web) di meta informazioni miranti a segnalare e raccomandare contenuti di buona qualità, da parte di persone motivate al progresso umano e collegate in uno o più social network (di tipo generalista come Facebook o legati ad interessi o aree tematiche particolari).
Tuttavia, con l'aumentare della quantità di informazioni disponibili diventa sempre più difficile selezionare le informazioni di cui abbiamo bisogno, ovvero che potrebbero esserci utili o da cui potremmo ricavare piacere, in quanto costituiscono una frazione infinitamente piccola del totale e sono disperse, praticamente nascoste, come aghi in un pagliaio senza limiti.
D'altra parte, una enorme quantità di informazioni a cui abbiamo attivamente o passivamente accesso è stata prodotta e viene messa a disposizione di tutti più per soddisfare gli interessi dei loro autori, produttori e dei loro clienti, che quelli dei potenziali fruitori. Mi riferisco all'informazione pubblicitaria commerciale (palese e occulta) e a quella "ideologica" il cui scopo è convincere i lettori, della validità di certe idee politiche, filosofiche, religiose, o di certi autori, artisti, politici, opere, prodotti, attività ecc.
Non esistono strumenti che permettono di selezionare l'informazione "buona" da quella inutile o dannosa nel mare magnum del patrimonio informativo accessibile a tutti. Questo infatti è miscuglio caotico e concorrenziale, in quanto ogni pezzo di informazione compete con tutti gli altri, con maggiore o minore impiego di mezzi di diffusione, per ottenere l'attenzione dei potenziali fruitori.
Nell'ottica di concepire degli strumenti di selezione dell'informazione, la prima cosa da fare è stabilire quale tipo di informazione sia "buona" per il suo fruitore, indipendentemente da quanto lo è per il suo produttore. Ciò è difficile a causa del fatto che poche persone sono in grado di stabilire cosa sia buono per loro e lasciano che siano altri a stabilirlo, come la cultura dominante, gli educatori, le religioni, la demagogia, la pubblicità ecc.
Come risolvere il problema?
Non credo sia realizzabile un sistema di classificazione universale in cui localizzare le informazioni potenzialmente utili, anche perché la psicologia, che dovrebbe determinare i criteri di utilità per l'uomo in senso lato, non è ancora sufficientemente evoluta né sembra che stia procedendo in tale direzione.
Credo invece che il problema della selezione dell'informazione sia parzialmente risolvibile mediante un lavoro cooperativo di "meta informazione", a cura di persone motivate a contribuire al progresso civile, che, ad oggi, sembrano purtroppo essere un'esigua minoranza della popolazione mondiale.
Immaginiamo che queste persone formino un social network e che ognuna di esse possieda uno spazio web in cui condivide i riferimenti a informazioni che gli sono state utili o che gli hanno dato piacere. Ciò non è molto diverso dal pubblicare pensieri o link in Facebook, ma si tratterebbe di farlo in modo più sistematico, formale e stabile, cioè meno volatile. Per esempio ognuno potrebbe costruire un indice analitico delle informazioni e fonti di informazione preferite e raccomandabili. Questo darebbe importanza alla qualità delle informazioni più che alla loro attualità.
Riassumendo, la soluzione consiste nella condivisione (mediante appositi spazi web) di meta informazioni miranti a segnalare e raccomandare contenuti di buona qualità, da parte di persone motivate al progresso umano e collegate in uno o più social network (di tipo generalista come Facebook o legati ad interessi o aree tematiche particolari).
Il gioco delle domande
Si tratta di un gioco di società a cui possono partecipare da due a 10-15 persone. Esso prevede che, a turno, un partecipante ponga una qualsiasi domanda ad uno o più altri partecipanti a sua scelta, oppure a tutto il gruppo. Se la domanda è rivolta ad uno o più partecipanti particolari, ciascuno di essi può rispondere se lo desidera, oppure rifiutarsi di farlo. Se la domanda è rivolta a tutto il gruppo, tutti quelli che lo desiderano possono rispondere, a turno.
Le domande possono riguardare fatti, idee, opinioni e sentimenti personali, oppure argomenti di interesse generale. Per esempio, un partecipante può chiedere consigli relativamente a suoi problemi o progetti, oppure chiedere le opinioni altrui su un determinato argomento o fare domande sui fatti personali di un partecipante particolare.
Le domande possono riguardare fatti, idee, opinioni e sentimenti personali, oppure argomenti di interesse generale. Per esempio, un partecipante può chiedere consigli relativamente a suoi problemi o progetti, oppure chiedere le opinioni altrui su un determinato argomento o fare domande sui fatti personali di un partecipante particolare.
2014/09/18
Avere ragione
Dire o pensare "ho ragione" è un'assurdità per il semplice fatto che "la ragione" non esiste se non come illusione. In realtà ognuno, ogni cosa, "ha le sue ragioni".
2014/09/17
Il solo sentimento durevole è l'odio
Sebastiano Vassalli citando Rodolfo Wilcock:
«Parlando una volta di sentimenti umani mi disse: l'amore e l'amicizia vanno e vengono; il solo sentimento durevole è l'odio. Poi rimase un momento a pensare e aggiunse: se qualcuno ti odia non sei mai solo. Una frase memorabile. Mi fece intravedere una positività dell'odio alla quale non avevo pensato».
Intervista di Antonio Gnoli a Sebastiano Vassalli
«Parlando una volta di sentimenti umani mi disse: l'amore e l'amicizia vanno e vengono; il solo sentimento durevole è l'odio. Poi rimase un momento a pensare e aggiunse: se qualcuno ti odia non sei mai solo. Una frase memorabile. Mi fece intravedere una positività dell'odio alla quale non avevo pensato».
Intervista di Antonio Gnoli a Sebastiano Vassalli
2014/09/16
Per coloro che disprezzano i computer, il web, Facebook...
Nel bene e nel male Il futuro, il nuovo, già arriva e continuerà ad arrivare attraverso internet. Disprezzare il cyberspace e lasciarlo nelle mani delle persone peggiori non è una buona idea. Le persone migliori devono cercare di occupare il più possibile questo spazio per contrastare la stupidità e la follia collettiva.
Spiritualità senza religione
Leggendo la recensione del libro di Harris "Waking Up: A Guide to Spirituality Without Religion" mi pare che la spiritualità di cui parla l'autore consista in uno stato mentale "alterato" ottenibile mediante una particolare droga o certe forme di meditazione basate su conoscenze neuroscientifiche e psicologiche (quindi nulla di mistico o esoterico), in cui vengono meno i confini dell'io cosciente rispetto al resto della realtà interna ed esterna, conscia e inconscia. In altre parole, si tratterebbe di trascendere, dimenticare o ignorare l'io cosciente e le sue pretese, Se è così, trovo la cosa interessante perché anche io sono convinto che l'io cosciente (manipolato inconsapevolmente dall'inconscio e dai sentimenti) sia un generatore di pregiudizi, illusioni e autoinganni che rendono la vita difficile e infelice.
2014/09/15
Musica e progresso
Secondo me la musica non cambia in meglio né in peggio, la gente. Incanta, affascina, distrae, piace, lenisce le ferite, unisce temporaneamente (a volte invece divide), ma non credo che cambi nessuno. Finita la musica, tutto riprende come prima, ognuno per la sua strada, la solita strada. Come il Natale. Finite le feste, tutto è come prima.
A volte le parole di una canzone, magnificamente incorniciate, amplificate, veicolate da una bella musica cambiano qualcosa nella società, ma non una musica senza parole.
Una buona musica è come un bicchiere di buon vino, fa bene al momento, ma, finito il suo effetto, tutto è come prima.
Che la musica, da sola, cioè senza parole, non abbia alcun effetto sul progresso civile, è dimostrato dal fatto che è apprezzata sia da progressisti e conservatori, da santi e criminali, e non è oggetto di censura da parte dei poteri politici e religiosi.
A volte le parole di una canzone, magnificamente incorniciate, amplificate, veicolate da una bella musica cambiano qualcosa nella società, ma non una musica senza parole.
Una buona musica è come un bicchiere di buon vino, fa bene al momento, ma, finito il suo effetto, tutto è come prima.
Che la musica, da sola, cioè senza parole, non abbia alcun effetto sul progresso civile, è dimostrato dal fatto che è apprezzata sia da progressisti e conservatori, da santi e criminali, e non è oggetto di censura da parte dei poteri politici e religiosi.
Il bisogno di riconoscimento e come soddisfarlo
Uno dei bisogni umani più importanti è quello di riconoscimento, inteso come apprezzamento, approvazione, gratitudine ecc. Infatti la sua mancata soddisfazione, oltre a rattristare, può provocare disturbi psichici e psicosomatici. Nel seguito cercherò di analizzare le possibili cause d’insoddisfazione di questo bisogno e di indicare possibili rimedi.
Oggetto del riconoscimento sono gli aspetti di una persona (cioè qualità, virtù, abilità, caratteristiche peculiari ecc.) non comuni e particolarmente desiderabili o attraenti. Per semplicità ci riferiremo a tali aspetti con il termine “qualità”.
Oggetto del riconoscimento sono gli aspetti di una persona (cioè qualità, virtù, abilità, caratteristiche peculiari ecc.) non comuni e particolarmente desiderabili o attraenti. Per semplicità ci riferiremo a tali aspetti con il termine “qualità”.
2014/09/13
Di chi fidarsi?
Di chi fidarsi? Di nessuno, nemmeno di quelli che danno consigli come questo. Perché l'autoinganno è la norma, come è normale ingannare consciamente o inconsciamente gli altri. Se non ci credete vi consiglio di leggere il fondamentale libro di Daniel Goleman "Menzogna, autoinganno, illusione". A meno che non preferiate continuare ad illudervi, ad autoingannarvi e ad ingannare gli altri in buona o cattiva fede.
2014/09/12
Intervista sull'autismo
Francesco Barale: intervista sull’autismo
Un buon articolo che secondo me ogni psicoanalista dovrebbe leggere con attenzione per poi, se necessario, fare un esame di coscienza non solo sull'autismo, ma su tutte le problematiche che hanno a che fare con l'interconnessione tra il neurobiologico e lo psichico. Ho estratto due citazioni significative a tale riguardo:
"La mia impressione è che, salvo lodevoli eccezioni, in ambito psicoanalitico riesca a filtrare in genere solo quella piccola parte di informazioni [sulla neurobiologia, n.d.r.] che viene sentita come più o meno compatibile con gli assunti di fondo della tradizione psicoanalitica stessa. Quel poco che filtra viene poi troppo spesso rapidamente “assimilato” e re-interpretato (talvolta anche in modi un po’ fantasiosi) per renderlo coerente con le idee tradizionali. Il resto rimane fuori, automaticamente ignorato; con risultati talvolta sconcertanti. Ad esempio: l’ipotesi di una disfunzione dei sistemi dei neuroni specchio (tema di indubbio interesse nell’ambito dell’autismo, ma anche all’origine di molteplici controversie) e, più recentemente, di una disfunzione delle strutture soggiacenti a quelle che D. Stern aveva chiamato “vitality forms”, è stata reinterpretata tout court come conseguenza e correlato di un difettoso 'rispecchiamento materno'."
"Domanda: Ritieni che le raccomandazioni a favore di una psicoanalisi "cauta e autocritica", capace di rinunciare alle sue pretese "imperiali" possano essere valide anche al di là della questione-autismo? In altre parole, ritieni che la vicenda dell'autismo sia paradigmatica di un ritardo più generale dello sviluppo della nostra disciplina, che potrà meglio dialogare con le altre discipline che si occupano del mentale a condizione che si occupi soprattutto del come si costruiscono e si organizzano le storie delle persone piuttosto che del perché si sono organizzate in un certo modo?
Risposta: Si. Il caso dell’autismo è davvero paradigmatico per tutte le questioni a cui accenni. Diciamo che è un caso particolarmente clamoroso, ma le questioni generali che pone sono proprio quelle che indichi."
Un buon articolo che secondo me ogni psicoanalista dovrebbe leggere con attenzione per poi, se necessario, fare un esame di coscienza non solo sull'autismo, ma su tutte le problematiche che hanno a che fare con l'interconnessione tra il neurobiologico e lo psichico. Ho estratto due citazioni significative a tale riguardo:
"La mia impressione è che, salvo lodevoli eccezioni, in ambito psicoanalitico riesca a filtrare in genere solo quella piccola parte di informazioni [sulla neurobiologia, n.d.r.] che viene sentita come più o meno compatibile con gli assunti di fondo della tradizione psicoanalitica stessa. Quel poco che filtra viene poi troppo spesso rapidamente “assimilato” e re-interpretato (talvolta anche in modi un po’ fantasiosi) per renderlo coerente con le idee tradizionali. Il resto rimane fuori, automaticamente ignorato; con risultati talvolta sconcertanti. Ad esempio: l’ipotesi di una disfunzione dei sistemi dei neuroni specchio (tema di indubbio interesse nell’ambito dell’autismo, ma anche all’origine di molteplici controversie) e, più recentemente, di una disfunzione delle strutture soggiacenti a quelle che D. Stern aveva chiamato “vitality forms”, è stata reinterpretata tout court come conseguenza e correlato di un difettoso 'rispecchiamento materno'."
"Domanda: Ritieni che le raccomandazioni a favore di una psicoanalisi "cauta e autocritica", capace di rinunciare alle sue pretese "imperiali" possano essere valide anche al di là della questione-autismo? In altre parole, ritieni che la vicenda dell'autismo sia paradigmatica di un ritardo più generale dello sviluppo della nostra disciplina, che potrà meglio dialogare con le altre discipline che si occupano del mentale a condizione che si occupi soprattutto del come si costruiscono e si organizzano le storie delle persone piuttosto che del perché si sono organizzate in un certo modo?
Risposta: Si. Il caso dell’autismo è davvero paradigmatico per tutte le questioni a cui accenni. Diciamo che è un caso particolarmente clamoroso, ma le questioni generali che pone sono proprio quelle che indichi."
2014/09/11
Investire nel corpo o nella mente
Ci sono alcuni esseri umani che non hanno nulla di meglio da offrire che il proprio corpo, e in esso, più che nella propria mente, investono le proprie risorse, per renderlo sempre più forte, bello e sano. In quanto alla loro mente, pensano, invece, che va bene così com'è.
2014/09/10
L'impossibile soluzione della crisi politica, economica e sociale
La soluzione per uscire dalla crisi politica, economica, morale, sociale ci sarebbe ma è irrealizzabile: cambiare la mentalità della maggioranza degli italiani. Ma chi si rende conto che farebbe bene a cambiare mentalità? Nessuno. Ognuno pensa che a cambiare debba essere qualcun altro perché nessuno si sente corresponsabile dei mali della società. Quindi aspettiamo che la mega-catastrofe in arrivo apra gli occhi alla gente, come avvenne con i tedeschi del fine-guerra. Io credo che ciò che ha reso i tedeschi di oggi così diligenti sia stata la tremenda umiliazione, vergogna e distruzione di beni dovuta alla sconfitta bellica che ha messo in luce gli errori, gli orrori, la stupidità e la follia del popolo tedesco in quanto si è lasciato ipnotizzare da uno come Hitler. A causa di ciò i tedeschi di oggi non sono presuntuosi come altri popoli, la catastrofe e la vergogna li ha resi saggi ed efficaci. Invece l'Italia, ritiratasi dalla guerra prima della sua conclusione e avendo subito perdite molto minori, soprattutto per quanto riguarda gli effetti dei bombardamenti, e anche grazie alla Resistenza ha evitato la grande catastrofe, e anche per questo ci sono ancora tanti fascisti in Italia.
Esempi di linguaggio filosofico astruso
Non bisogna meravigliarsi se la filosofia non è popolare. Ecco come si esprimono due autori annoverati tra i massimi filosofi del nostro tempo.
"L'Esserci non è soltanto un ente che si presenta fra altri enti. Onticamente, esso è piuttosto caratterizzato dal fatto che, per questo ente, nel suo essere, ne va di questo essere stesso. La costituzione d'essere dell'Esserci implica allora che l'Esserci, nel suo essere, abbia una relazione d'essere col proprio essere. Il che di nuovo significa: l'Esserci, in qualche modo e più o meno esplicitamente, si comprende nel suo essere. È peculiare di questo ente che, col suo essere e mediante il suo essere, questo essere è aperto ad esso. La comprensione dell'essere è anche una determinazione d'essere dell'Esserci. La peculiarità ontica dell'Esserci sta nel suo esser-ontologico." [Heidegger - Essere e Tempo]
"L'Esserci non è soltanto un ente che si presenta fra altri enti. Onticamente, esso è piuttosto caratterizzato dal fatto che, per questo ente, nel suo essere, ne va di questo essere stesso. La costituzione d'essere dell'Esserci implica allora che l'Esserci, nel suo essere, abbia una relazione d'essere col proprio essere. Il che di nuovo significa: l'Esserci, in qualche modo e più o meno esplicitamente, si comprende nel suo essere. È peculiare di questo ente che, col suo essere e mediante il suo essere, questo essere è aperto ad esso. La comprensione dell'essere è anche una determinazione d'essere dell'Esserci. La peculiarità ontica dell'Esserci sta nel suo esser-ontologico." [Heidegger - Essere e Tempo]
Sulla sterilità della filosofia contemporanea
"C'è motivo di temere che anche il nostro tempo rifiuti la filosofia e che anche in esso, ancora una volta, la filosofia non sia che nuvole. Filosofare, infatti, è cercare e ammettere che ci sono cose da vedere e da dire. Ora, al giorno d'oggi non si cerca più molto. Si «ritorna» a questa o a quella tradizione, la si «difende». Le nostre convinzioni si fondano non su dei valori o su delle verità percepite, quanto piuttosto sui vizi o sugli errori delle convinzioni che rifiutiamo. Amiamo poche cose se ne detestiamo molte. Il nostro pensiero è un pensiero in ritirata o in ripiegamento. [...] Le idee cessano di proliferare e di vivere, scadono al rango di giustificazioni e di pretesti, sono reliquie, punti d'onore, e ciò che si chiama pomposamente il movimento delle idee si riduce alla somma delle nostre nostalgie, dei nostri rancori, delle nostre timidezze, delle nostre fobie." (Maurice Merleau-Ponty)
2014/09/09
Capire prima di giudicare
Capire (prima di giudicare) è una delle cose più importanti e più difficili per una vita saggia e felice (per quanto si possa essere felici). Invece si tende a giudicare senza capire, anzi meno si capisce e più si giudica.
2014/09/08
Il peccato originale del cristianesimo
"La Chiesa ha sempre insegnato che l’immensa miseria che opprime gli uomini e la loro inclinazione al male e alla morte non si possono comprendere senza il loro legame con la colpa di Adamo e prescindendo dal fatto che egli ci ha trasmesso un peccato dal quale tutti nasciamo contaminati. […] Tuttavia, la trasmissione del peccato originale è un mistero che non possiamo comprendere appieno." [dalla versione corrente del Catechismo della Chiesa Cattolica]
In altre parole, le miserie del mondo dipendono fondamentalmente dal peccato originale, (non dall'ignoranza, dalla stupidità, dalla malvagità e dalla pazzia di individui e gruppi). Ogni nuovo nato nasce contagiato dal peccato di Adamo, come da una malattia e deve soffrire per questo, perché Dio ha stabilito che i figli devono pagare le colpe dei genitori. Questo è vero e giusto semplicemente perché così è scritto nei libri sacri, anche se non si capisce perché, e come si possa definire buono e giusto uno che stabilisce certe regole in totale contrasto con i diritti umani più elementari (potete immaginate che una simile regola venga inclusa nella Costituzione di uno stato?).
Tuttavia si tratta di un mistero a cui è obbligatorio credere. I misteri della fede vanno accettati senza cercare di svelarli. Dio non ama che qualcuno cerchi di svelare i suoi misteri. Se cerchiamo di capirci qualcosa Egli si offende e ci punisce. Non credere nel peccato originale è peccato. Siete stati avvertiti.
In altre parole, le miserie del mondo dipendono fondamentalmente dal peccato originale, (non dall'ignoranza, dalla stupidità, dalla malvagità e dalla pazzia di individui e gruppi). Ogni nuovo nato nasce contagiato dal peccato di Adamo, come da una malattia e deve soffrire per questo, perché Dio ha stabilito che i figli devono pagare le colpe dei genitori. Questo è vero e giusto semplicemente perché così è scritto nei libri sacri, anche se non si capisce perché, e come si possa definire buono e giusto uno che stabilisce certe regole in totale contrasto con i diritti umani più elementari (potete immaginate che una simile regola venga inclusa nella Costituzione di uno stato?).
Tuttavia si tratta di un mistero a cui è obbligatorio credere. I misteri della fede vanno accettati senza cercare di svelarli. Dio non ama che qualcuno cerchi di svelare i suoi misteri. Se cerchiamo di capirci qualcosa Egli si offende e ci punisce. Non credere nel peccato originale è peccato. Siete stati avvertiti.
2014/09/07
Schemi mentali e metainterazione
In ciascun individuo esiste uno schema mentale (più o meno diverso da persona a persona) all'interno del quale si esercita il pensiero e la volontà dell'individuo stesso. Tale schema consiste in un repertorio di valutazioni e di rapporti causa-effetto di validità generale.
Le valutazioni rispondono a domande come: cosa è bello e cosa è brutto, cosa utile e cosa inutile, nocivo e innocuo, comprensibile e incomprensibile, interessante e noioso, morale e immorale, opportuno e inopportuno, facile e difficile, amabile e fastidioso, desiderabile e indesiderabile, serio e ridicolo, chiaro e oscuro, certo e incerto, giusto e ingiusto, possibile e impossibile, tollerabile e intollerabile, obbligatorio e libero, ammirevole e spregevole, esistente e inesistente, vincente e perdente ecc.
I rapporti causa-effetto rispondono a domande come: quali sono le conseguenze prevedibili se avviene un evento di un certo tipo?
Fare della metainterazione da parte di un individuo X rispetto ad un individuo Y significa, per X porre le seguenti domande a se stesso e/o a Y:
1) quale conoscenza ho dello schema mentale di Y?
In base alla conoscenza reale o presunta che ho dello schema mentale di Y:
2) con quale ruolo e requisiti io posso posizionarmi nello schema mentale di Y ed interagire con Y?
3) con quale ruolo e requisiti Y può posizionarsi nel mio schema mentale ed interagire con me?
Le valutazioni rispondono a domande come: cosa è bello e cosa è brutto, cosa utile e cosa inutile, nocivo e innocuo, comprensibile e incomprensibile, interessante e noioso, morale e immorale, opportuno e inopportuno, facile e difficile, amabile e fastidioso, desiderabile e indesiderabile, serio e ridicolo, chiaro e oscuro, certo e incerto, giusto e ingiusto, possibile e impossibile, tollerabile e intollerabile, obbligatorio e libero, ammirevole e spregevole, esistente e inesistente, vincente e perdente ecc.
I rapporti causa-effetto rispondono a domande come: quali sono le conseguenze prevedibili se avviene un evento di un certo tipo?
Fare della metainterazione da parte di un individuo X rispetto ad un individuo Y significa, per X porre le seguenti domande a se stesso e/o a Y:
1) quale conoscenza ho dello schema mentale di Y?
In base alla conoscenza reale o presunta che ho dello schema mentale di Y:
2) con quale ruolo e requisiti io posso posizionarmi nello schema mentale di Y ed interagire con Y?
3) con quale ruolo e requisiti Y può posizionarsi nel mio schema mentale ed interagire con me?
2014/09/06
Immaginare i pensieri altrui
Non potendo leggere i pensieri altrui, possiamo cercare di immaginarli. Ma non è facile, perché richiede, oltre ad una buona dose di empatia, la sospensione del giudizio morale e intellettuale, e il superamento della presunzione che i pensieri altrui non siano mai più importanti e validi dei nostri. Immaginare abitualmente i pensieri altrui senza pregiudizi (pur esercitando una capacità critica), sarebbe utilissimo per la qualità dei rapporti umani e lo sviluppo mentale di ogni persona. Tuttavia tale attività è poco praticata soprattutto a causa dell'inibizione inconscia, presente in ogni essere umano, ad osservare il mondo da punti di vista diversi dai propri, per non rischiare di mettere in discussione la validità della propria visione del mondo, di sé stessi e delle comunità a cui si appartiene.
Realtà e semirealtà
La realtà è unica e oggettiva, ma la sua percezione è sempre parziale, soggettiva e perciò falsa se pretende di essere esauriente e assoluta. Quello che ognuno di noi considera realtà è una semirealtà di comodo. Quando due individui dibattono tesi avverse, ciascuno cerca di imporre la propria semirealtà come realtà tout court. Insomma, ognuno ha le sue ragioni e nessuno ha completamente ragione. Ciò premesso, le semirealtà di molte persone sono scientificamente false o non dimostrabili.
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