2015/04/10

Critica (politicamente scorretta) dell'Uomo medio

Col termine "Uomo medio" intendo un essere umano ideale rappresentativo di tutti gli esseri umani adulti di ambo i sessi attualmente viventi, cioè la persona più simile alle altre, la meno diversa, la più normale, la più comune, la meno strana.

Definito il concetto di "Uomo medio", mi chiedo se il suo comportamento debba essere criticato oppure considerato un modello di "normalità" nel senso di salute mentale, giustizia, valore, correttezza, accettabilità, dignità ecc.

La mia opinione è che l'Uomo medio sia da compatire e da criticare allo stesso tempo. Devo inoltre confessare che io non lo amo, però nemmeno lo odio, né lo disprezzo, né lo temo. Lo compatisco e lo critico soltanto.

Lo compatisco perché l'Uomo medio soffre molto e spesso, anche se tende a nascondere le sue sofferenze per paura di essere giudicato male dagli altri, di essere considerato debole, perdente, depresso, bisognoso, noioso, fallito ecc. e di essere per questo respinto dalla comunità. Soffre per tanti motivi, tra cui: paure di vario tipo, nevrosi, frustrazioni, delusioni, scarso riconoscimento e affetto da parte degli altri, scarsità di risorse economiche con tutte le conseguenze sulla libertà, salute, dignità, autostima ecc., disoccupazione, solitudine, senso di inferiorità, obblighi e divieti, violazioni dei suoi diritti, angoscia esistenziale per il fatto di dover morire, di essere soggetto a malattie e dolori, di non sapere cosa succederà dopo la morte, di avere responsabilità verso altre persone e tanti dubbi su come comportarsi per non essere escluso dalla comunità di appartenenza, incapacità di gestire i conflitti in modo pacifico, ignoranza sulla natura umana in generale e sulla propria natura individuale, impossibilità di pensare in modo libero da condizionamenti sociali, incapacità di affrontare problemi complessi, impossibilità di cambiare mentalità, incapacità di percepire e giudicare obiettivamente e disinteressatemente le cose che accadono ecc.. Ma, soprattutto, l'Uomo soffre della paura di cambiare.

Lo critico perché, a causa di molte delle cose che ho elencato sopra, si comporta male verso gli altri, causando sofferenze alle persone con cui interagisce e a se stesso. Infatti le sofferenze di un essere umano sono soprattutto causate dal comportamento di altri esseri umani nei suoi confronti, cioè: l'Uomo medio fa del male all'Uomo medio.

Ciarlatani, demagoghi, fondamentalisti, ignoranti cercano di far credere all'Uomo medio che le sue sofferenze dipendano non dall'Uomo medio suo simile, ma da particolari categorie sociali a cui esso non appartiene (il partito al governo, gli elettori degli altri partiti, i capitalisti, i sindacati, i padroni, i fascisti, i comunisti, gli ebrei, gli atei, gli omosessuali, gli immigrati, i criminali ecc.) ma si tratta di menzogne. L'Uomo medio soffre soprattutto a causa dello stesso Uomo medio, che non ha ancora imparato a vivere pacificamente, a riconoscere le falsità con cui viene manipolato sin da bambino (da altri Uomini medi), e ad usare la cultura umanistica e scientifica per migliorare se stesso e la società a cui appartiene.

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Blog di Bruno Cancellieri