Mi pare che l'uomo abbia un assoluto bisogno di autorità. Il concetto di autorità può implicare posizione gerarchica, potere, responsabilità, dominio, maestria, capacità, arbitrio, indipendenza, comando, istituzione, prestigio, competenza, conoscenza, ma soprattutto implica una superiorità politica, morale, intellettuale o spirituale rispetto a coloro che dispongono di minore autorità, con i privilegi che da tale superiorità derivano.
Io credo che l'uomo abbia un profondo bisogno di stabilire la propria posizione gerarchica rispetto quella di ogni altro. Così, due umani che interagiscono cercano prima di tutto, consciamente o inconsciamente, di stabilire chi dei due abbia maggiore autorità e, in caso di parità, quale sia l'autorità comune a cui essi si sottometteranno, e che stabilirà le regole della loro interazione.
Infatti, le regole di una interazione possono essere stabilite arbitrariamente da uno degli interattori (quello di maggiore autorità relativa) oppure da un arbitro terzo (una persona concreta o astratta) a cui i due accettano di obbedire, come ad esempio una religione o un ideale etico.
Una parte importante dell'identità sociale di un individuo consiste proprio nelle autorità politiche, morali, intellettuali o spirituali che l'individuo riconosce e a cui obbedisce, e/o che cerca di imporre agli altri.
Senza regole, senza direzioni, senza comandi, senza richieste, senza ordini, senza servizi, senza la conformità e l'obbedienza ad una o più autorità, l'interazione cooperativa è impossibile, ed è per questo che l'uomo deve di volta in volta scegliere se imporre all'altro la propria autorità, accettare l'autorità dell'altro o scegliere l'autorità terza comune più adatta a favorire la cooperazione.
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