La paura (conscia o inconscia) che uno ha degli altri varia in qualità e quantità da persona a persona. Essa dipende soprattutto da tre fattori: (1) il temperamento più o meno timido o coraggioso della persona, (2) la storia personale della persona cioè il male che essa ha ricevuto (o creduto di ricevere) dagli altri a partire da genitori, compagni, educatori ecc. e (3) il suo status attuale, cioè le risorse materiali e sociali di cui dispone per difendersi dal male che potrebbe provenire dagli altri, e il suo livello di autosufficienza e competitività.
La percezione del male che potrebbe provenire dagli altri può essere più o meno giustificata e realistica. Una persona che abitualmente lo sovrastima tende a sviluppare depressione, ansia o panico e comportamenti inutilmente o dannosamente evitanti. Al contrario, una persona che abitualemente lo sottovaluta è ad alto rischio di subire danni da parte degli altri a causa di una scarsità di precauzioni.
Per quanto detto sopra, è bene che ogni essere umano ammetta di aver paura degli altri e analizzi ragionevolmente tutto il male e il bene che potrebbe realisticamente ricevere da essi, allo scopo di rendere il proprio livello di paura adeguato alla realtà, evitando sopravvalutazioni e sottovalutazioni delle rispettive probabilità.
A tale scopo sarebbe utile sviluppare i quattro temi seguenti:
- Bene che ho ricevuto e posso ricevere dell'altro.
- Bene che ho fatto e posso fare all'altro.
- Male che ho ricevuto e posso ricevere dall'altro.
- Male che ho fatto e posso fare all'altro.
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