I maestri del sospetto e la negazione dell’esperienza morale: Marx, Freud, Nietzsche
(Articolo di di Priscilla Cavalieri)
Introducono il sospetto che l’esperienza morale non sia libera ma che, agiscano meccanismi automatici, che il soggetto subisce non esercitando la sua libertà.
Karl Marx (1818- 1883): individua nel rapporto struttura-sovrastruttura il meccanismo che guida l’esperienza morale. Non è la coscienza dell’uomo a determinare il suo essere, ma il suo essere sociale a determinare la sua coscienza.
L’unica struttura reale per Marx sono i rapporti economici di potere e la morale non è che una sovrastruttura dipendente da tali rapporti. Dunque la morale non è che la difesa di un determinato assetto di potere: in questo caso si tratta della morale borghese della società capitalista- borghese.
Sigmund Freud (1859- 1939): individua nei rapporti tra Io, Es e Super-Io il meccanismo che identifica la libertà dell’esperienza morale.
L’Io è determinato nel conflitto tra l’istintività (Es) e la razionalità (Super-Io). L’Es è l’uomo allo stato naturale, il bimbo che persegue il piacere senza remore. Il Super Io si costituisce quando al bimbo viene negato il piacere che deriva dal possesso della madre a causa dell’ingresso della figura paterna. In questo momento avviene la rimozione della libido (pulsione sessuale) e l’introduzione della morale nell’identificazione del bambino con la figura paterna.
La morale è quindi la repressione della libido (pulsioni di vita) e della repressione sessuale.
Friedrich Nietzsche (1844- 1900): individua nel risentimento la conseguenza dell’esperienza morale. Ritiene che la morale tradizionale, identificata con la morale cristiana, sia una conseguenza del risentimento dei deboli.
Questi, umiliati dall’esperienza dei forti e non potendo ribaltare la realtà, si costruiscono una morale rovesciata e chiamano “male” ciò che è bene (forza, piacere) e “bene” ciò che è male (umiltà, rinuncia). In pratica, non potendo rovesciare la realtà, la rovesciano a livello di morale.
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