2018/03/22

La distanza desiderata

Ogni essere umano desidera stare ad una certa distanza, più o meno piccola o grande, rispetto ad ogni altro umano, distanza che dipende dal particolare altro o dalla categoria in cui l'altro viene classificato. Ciò vale per la distanza fisica (reale o virtuale), ma anche per quella mentale, laddove una distanza più piccola corrisponde ad una comunicazione e interazione più frequente e/o più profonda.

Ma c'è un problema di reciprocità nel senso che molto spesso la distanza desiderata da una persona A rispetto ad una persona B, è diversa da quella desiderata da B rispetto ad A. Per esempio, se A desidera stare a una distanza di 10 UDS (unità di distanza sociale, una unità di misura ipotetica) rispetto a B, mentre B desidera stare a 5 UDS rispetto ad A, quando A e B si incontrano, B cercherà di avvicinarsi ad A fino a 5 UDS, ma A, una volta che la distanza diventa inferiore a 10 UDS comincerà a ritrarsi da B o a respingerlo per riportarlo a 10 UDS.

La differenza di distanza desiderata crea stress, ovvero disagio e frustrazione, ad entrambe le persone coinvolte, finché una delle due, per evitare lo stress, rinuncia a comunicare e interagire del tutto con l'altra da cui si sente sente respinto o incalzato.

L'unica soluzione è trovare interlocutori con cui la differenza di distanza desiderata è più piccola possibile, fermo restando che tale distanza può variare di momento in momento in ognuno a seconda dell'umore, della stanchezza ecc., per cui una certa dose di pazienza, ovvero di rinuncia alla distanza desiderata, è indispensabile.

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Blog di Bruno Cancellieri