2016/07/02

Il bisogno di interazione sociale - Interazionismo strutturale

L'interazione sociale non è solo un mezzo, ma anche un fine a sé stesso. Suppongo infatti che nel DNA umano vi sia un bisogno primario di interazione sociale. Se questo bisogno non viene soddisfatto ne derivano conseguenze nocive sia di tipo psichico che psicosomatico e pratico, che possono portare direttamente o indirettamente fino alla morte dell'individuo. Attraverso le interazioni con gli altri, infatti, si generano, durante l'età evolutiva e successivamente, i contenuti psichici e le abilità sociali, cioè la capacità di stabilire relazioni sociali e cooperare con altre persone per la propria sopravvivenza e/o piacere. In altre parole, attraverso le interazioni si impara sin da bambini ad interagire in modo sempre più elaborato e utile per (con)vivere nel migliore dei modi possibile.

Sono pertanto convinto che la felicità umana dipenda soprattutto da una soddisfacente quantità e qualità di interazioni con gli altri.

Interagire con altri è la cosa più importante per un essere umano, oltre ad essere indispensabile. E' necessario interagire a qualunque costo, con qualunque pretesto e non importa come. A lungo termine, qualunque tipo di interazione, anche violenta, anche umiliante, è meglio della non-interazione. Qualunque conversazione, anche stupida, assurda o insignificante, è meglio dell'assenza di conversazione. E una volta imparato ad interagire in un certo modo, secondo certe norme e regole, cioè con certi segni, simboli, significati, obblighi e divieti, è difficile cambiare modalità di interazione. Inoltre, esiste una paura inconscia di perdere la possibilità di interagire con gli altri, che ci rende conformisti, resistenti al cambiamento e pazienti rispetto alle ingiustizie.

Ognuno ha un bisogno (per lo più inconscio) di interagire con qualcun altro in qualche modo. Il bisogno umano più importante è proprio quello di interazione, che è ancora più importante del bisogno di essere riconosciuti, rispettati, accettati, amati, perché nessuno di tali stati può essere ottenuto e confermato ripetutamente e continuamente senza interazioni.

La paura della solitudine non è dunque paura della lontananza dagli altri, ma paura di non poter interagire con qualcuno, e il piacere della compagnia è in realtà il piacere di interagire. La frustrazione e la soddisfazione del bisogno di interazione sono, rispettivamente e in quantità direttamente proporzionale, la causa del dolore e del piacere mentale, dell'infelicità e della felicità.

Per concludere, ogni motivazione umana può, in ultima analisi, essere considerata come mezzo per interagire con altri in modo coesivo e cooperativo, ed evitare di perdere la possibilità di farlo.

Interazionismo strutturale: Teoria psicologica, sociologica e filosofica (in corso di sviluppo a cura di Bruno Cancellieri) che afferma l'esistenza di un bisogno primario di interazione sociale geneticamente determinato, e considera la stessa interazione sociale (nei suoi aspetti quantitativi e qualitativi) come generatore principale dei contenuti psichici e fattore essenziale della felicità e salute mentale di ogni individuo. L'interazionismo strutturale si ispira allo "interazionismo simbolico" di George Herbert Mead, alla "teoria struttural-dialettica" di Luigi Anepeta e alla "psicologia dei bisogni" di Bruno Cancellieri.


Vedi anche Antrolpologia interazionale.

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