2015/04/30

Sulla Panantropologia

"La panantropologia è un modello antropologico che integra biologia, psicologia, psicoanalisi, sociologia e storia sociale, e allude alla possibilità che si realizzi un salto di Civiltà, atto a promuovere la formazione e l’azione di esseri consapevoli, critici e perpetuamente impegnati nel compito di migliorare se stessi e lo stato di cose esistente nel mondo." (Luigi Anepeta)

La visione del mondo di un bambino

Anche un bambino ha una visione del mondo. La visione del mondo di un adulto non è necessariamente più vera di quella di un bambino, ma solo più complessa.

Domande fondamentali

Che posto/ruolo/funzione/valore ho io nelle visioni del mondo degli altri, a cominciare da quelle dei miei familiari, amici e collaboratori? E che posti/ruoli/funzioni/valori hanno gli altri nella mia visione del mondo?

2015/04/28

Sull'automistificazione dell'Io

"Anche se la quantificazione del rapporto tra coscienza e inconscio non può essere oggettivamente convalidata, tutti gli studiosi sono d'accordo sul fatto che la coscienza rappresenta non più del 20% dell'attività mentale complessiva.
Questo limite strutturale, reso necessario dal fatto che se la coscienza fosse totalmente trasparente e invasa dall'attività mentale interiore, un soggetto vivrebbe in uno stato di confusione perpetua o, addirittura, morirebbe rapidamente per intossicazione informazionale, non va drammatizzato. Nulla, infatti, sulla carta vieta di pensare che anche una percezione parziale della propria attività mentale potrebbe essere autentica, cogliere cioè l'essenziale del mondo interiore.
Nella realtà, però, questa possibilità si realizza solo eccezionalmente. Il più spesso infatti ciò che avviene è che l'io cosciente, in nome del suo bisogno supremo di unità, di coesione e di coerenza, adotta meccanismi di repressione e di rimozione nei confronti di tutti gli aspetti interni contraddittori, quindi costruisce un'immagine di sé unitaria che è falsificata." (Luigi Anepeta - Sullo statuto mistificato della coscienza)

Visioni del mondo e i loro effetti nei rapporti umani

Ogni essere umano ha una visione del mondo, cioè una percezione soggettiva e parziale della realtà, in base alla quale il suo comportamento viene determinato da processi mentali consci e soprattutto inconsci. Una visione del mondo include oggetti, persone, fatti, concetti, valori, sentimenti, intenzioni ecc..

2015/04/27

Sul giusto dosaggio tra il senso di responsabilità e quello di irresponsabilità

Non ci possiamo sempre sentire in colpa o corresponsabili dei mali della nostra società, altrimenti la nostra vita sarebbe permanentemente triste, noiosa, angosciosa, insopportabile. Ma non possiamo nemmeno sentirci sempre innocenti o non responsabili, altrimenti ci rendiamo complici dei mali sociali. Ci vorrebbe un giusto dosaggio, in termini temporali, tra senso di responsabilità e senso di irresponsabilità, per esempio 20% : 80% rispettivamente. Ma se mi guardo in giro, ho l'impressione che la maggior parte della gente si senta responsabile dei problemi sociali lo 0% del tempo.
Io lo spiego con fatto che il "sentire" è un fenomeno determinato dall'inconscio e, mentre la razionalità ha il senso della misura (come rivela l'etimologia della parola "ragione"), l'inconscio, che è irrazionale, tende a misurare e a decidere in termini binari (tutto o niente, sempre o mai, 100% o 0%, acceso o spento, attivo o inattivo, presente o assente, vero o falso, bello o brutto, buono o cattivo ecc.). Difficile, quindi, che l'inconscio ci faccia sentire parzialmente responsabili e parzialmente irresponsabili. L'inconscio usa normalmente la congiunzione "o", quasi mai la "e".

La responsabilità sociale

Più si è intelligenti, istruiti, liberi, economicamente sicuri e in salute, più si è corresponsabili dello stato della società in cui si vive.

2015/04/26

Il gioco del contatto

Ogni essere umano ha bisogno di essere riconosciuto, approvato, accettato, incluso nella comunità umana e ha paura del contrario, cioè di essere ignorato, criticato, respinto, escluso da essa. Più in generale, ognuno di noi ha bisogno di comunicare e interagire pacificamente con altri esseri umani e sviluppa stress e disturbi psicosomatici quando questo non avviene per un certo periodo di tempo. Questa interazione spesso è difficile perché non ci si conosce, si teme di essere indiscreti, ci si fraintende e si cerca di nascondere dietro una maschera conformistica la propria vera natura e i propri veri bisogni e sentimenti.

2015/04/25

Effetto placebo, omeopatia e persone-placebo

Uno dei fenomeni più sorprendenti e affascinanti della psiche è l'effetto placebo, la cui efficacia terapeutica è scientificamente dimostrata. Consiglio a tutti la lettura dell'articolo di Luigi Anepeta, che fa il punto sull'argomento, con interessanti osservazioni riguardo all'omeopatia e al rapporto medico-paziente.

Io penso che l'effetto placebo non si ha solo riguardo ai farmaci, ma anche rispetto alle varie promesse di felicità che ci arrivano esplicitamente o implicitamente da tutte le parti.

Penso che ci siano anche persone-placebo, cioè persone che ci fanno credere che ci renderanno felici sposandole, seguendole, frequentandole, applicando i loro consigli. Il guaio è che spesso queste persone-placebo si rivelano delle delusioni. Ma prima che la delusione arrivi possono realmente farci star bene, anche fisicamente.

2015/04/24

I miei amici

Siccome io non appartengo a nessuna subcultura o classe sociale particolare, i miei amici sono molto diversi tra loro. Comunisti, fascisti, democristiani, atei, credenti, ricchi, poveri, semianalfabeti, neolaureati, capitalisti, operai, commercianti, professionisti, contadini, giovani e anziani. Sono così diversi che non li faccio mai incontrare, perché non potrebbero andare d'accordo.
Ognuno di loro mi porta la sua parziale visione della realtà e le sue ragioni. Io le metto tutte insieme, con quelle che ricavo dai libri che leggo, e il risultato è la mia visione del mondo.

2015/04/23

Ingiustizia e sadismo

Che pensereste di un padre di due figli, che, per confermare il suo potere assoluto su di loro, mostrasse, senza alcun valido motivo, benevolenza e apprezzamento solo verso il primo dei due, ignorando il secondo (nonostante i suoi sacrifici per ingraziarsi il padre), e pretendendo che quest'ultimo accetti il suo arbitrio senza ribellarsi? Vi stupireste se il figlio ignorato cominciasse ad odiare il fratello più fortunato fino al punto di desiderarne o causarne la morte? E' esattamente quello che è avvenuto nella favola di Caino e Abele. Per questo ho più rispetto e comprensione per Caino che per quel Dio ingiusto e sadico, che sapeva benissimo come sarebbe andata a finire e, non contento della sua atrocità, forse per la rabbia dovuta alla ribellione di Caino, ha fatto discendere proprio da lui l'umanità, seminando ingiustizie e tragedie.

La pietà è inversamente proporzionale alla distanza

Per noi europei l'importante è che i profughi non muoiano alle nostre frontiere o nei nostri paesi. Nessun problema se muoiono in casa loro o altrove. Siamo tutti bravi a piangere i morti vicini e a protestare indignati contro l'incapacità dei governi nel gestire l'immigrazione clandestina, ma quanti di noi sono disposti a rinunciare ad una parte di stipendio per aiutare quei disperati in casa loro, ospitarli o finanziare una guerra contro i loro carnefici?

2015/04/22

Pregiudizio, nongiudizio e postgiudizio

L'alternativa al pregiudizio (uno dei più grandi mali dell'umanità) non è il nongiudizio (purtroppo molto diffuso) ma il postgiudizio, cioè il giudizio a posteriori basato sull'analisi dei fatti, mai definitivo e sempre modificabile data la variabilità dei fatti stessi.

2015/04/21

Sulle tragedie dell'immigrazione clandestina in mare

A prescindere da considerazioni etiche, credo che, diminuendo il rischio, per i migranti clandestini, di morire in mare, il loro flusso aumenterebbe. In altre parole, più efficienti sono i soccorsi, più aumenta il numero di richiedenti soccorso. Questa è fredda logica. Estremizzando il concetto, l'unico modo per annullare il rischio di tragedie, sarebbe quello di togliere ogni limite all'immigrazione, cioè far entrare chiunque legalmente e incondizionatamente. In tal caso, siccome le persone che fanno una vita insopportabile nel loro paese (al punto di preferire una morte probabile) sono centinaia di milioni, dovremmo permettere che decine di milioni di persone entrino e restino in Italia senza restrizioni. Immaginatevi cosa comporterebbe per il sistema sanitario nazionale, per la disoccupazione e dove andrebbero ad abitare. I costi sarebbero enormi e andrebbero ad aumentare il nostro debito pubblico (già vicino alla bancarotta), per non parlare dei costi sociali (vedi l'ostilità di gran parte di italiani).
Non dico se aprire le frontiere sarebbe una buona o una cattiva idea, dico solo che chi protesta per l'inefficienza dei soccorsi dovrebbe essere cosciente che sta implicitamente chiedendo alle autorità di diminuire o togliere del tutto le restrizioni all'immigrazione. Non so se se ne rendono conto.
O c'è qualcosa che mi sfugge?

Sulla demagogia (da Platone)

Quando la città retta a democrazia si ubriaca di libertà confondendola con la licenza, con l’aiuto di cattivi coppieri costretti a comprarsi l’immunità con dosi sempre massicce d’indulgenza verso ogni sorta di illegalità e di soperchieria; quando questa città si copre di fango accettando di farsi serva di uomini di fango per potere continuare a vivere e ad ingrassare nel fango; quando il padre si abbassa al livello del figlio e si mette, bamboleggiando, a copiarlo perché ha paura del figlio; quando il figlio si mette alla pari del padre e, lungi da rispettarlo, impara a disprezzarlo per la sua pavidità; quando il cittadino accetta che, di dovunque venga, chiunque gli capiti in casa, possa acquistarvi gli stessi diritti di chi l’ha costruita e ci è nato; quando i capi tollerano tutto questo per guadagnare voti e consensi in nome di una libertà che divora e corrompe ogni regola ed ordine; c’è da meravigliarsi che l’arbitrio si estenda a tutto e che dappertutto nasca l’anarchia e penetri nelle dimore private e perfino nelle stalle?

Siamo tutti demagoghi

Quasi tutti i politici sono demagoghi perché il loro obiettivo prioritario è vincere le prossime elezioni. Nessun politico dice ai propri elettori che dovrebbero migliorare il loro comportamento. Dice invece che la colpa dei problemi sociali ed economici è dei politici e degli elettori degli altri partiti. La gente ci crede facilmente e vota il demagogo di turno perché questo li rassicura sul fatto di essere persone che non hanno nulla di criticabile e nessuna responsabilità per lo stato miserabile della società.
Anche noi che non facciamo politica, nel nostro piccolo, siamo demagoghi, perché per avere la benevolenza del prossimo, ci asteniamo dal criticarlo.

Sullo spirito critico

Lo spirito critico è osteggiato, disprezzato o sminuito da chi non ce l'ha o ha paura di essere giudicato e di giudicare. Gli esseri umani si differenziano anche nel grado di spirito critico che possiedono. Difficilmente andranno d'accordo e si ameranno due persone che hanno spirito critico in misura molto diversa. Chi ha un forte spirito critico lo dimostra anche quando tace e la sua stessa esistenza inquieta chi ha paura di giudicare e di essere giudicato.

Dal vocabolario Treccani:
"Dogmatismo Atteggiamento del pensiero rispetto alla verità analogo a quello del credente rispetto al dogma: l’accettazione di un principio o di una proposizione è determinata dal riconoscimento di un’autorità divina o umana e non dalla dimostrazione del suo fondamento razionale. Il dogmatismo si contrappone in tal modo allo spirito critico e al riconoscimento del valore della discussione razionale."

Cercare in google "spirito critico", "pensiero critico", "critica sociale".

Relazioni umane: scelta individuale, inerzia sociale o fatalità? (intervista.link)

Uno dei fattori fondamentali del benessere delle persone è la possibilità di stabilire relazioni umane soddisfacenti nel rispetto delle particolarità e differenze individuali. In una società che, soprattutto attraverso i mass-media, promuove l'adattamento a stili di vita predefiniti e standardizzati, è difficile, per un essere umano che non voglia conformarsi ad alcun modello, trovare persone congeniali con le quali interagire restando se stesso, in modo originale, creativo e con reciproca soddisfazione.

Ognuno ha ragione e torto

Ognuno ha ragione nell'ambito della sua visione del mondo.
Ognuno ha torto perché ogni visione del mondo è incompleta.

2015/04/19

Come farsi voler bene

Per farci voler bene da qualcuno e metterlo a suo agio dobbiamo fargli credere e sentire che comprendiamo e giustifichiamo il suo comportamento, che lo accettiamo così com'è, che non ci sentiamo superiori a lui in alcun modo e che non lo criticheremo mai perché non troviamo in lui nulla di criticabile, né ci sentiamo all'altezza di giudicarlo, né pensiamo di avere il diritto di farlo.

Le conseguenze del superare se stessi

Chi cerca di superare se stesso viene fatalmente percepito, dalla maggioranza delle persone, come uno che cerca di superare gli altri.

Il bisogno di accudimento e riconoscimento

Per sopravvivere, un bambino ha un bisogno assoluto di essere accudito. L'accudimento infantile comprende la nutrizione, la pulizia, la cura fisica, la stimolazione sensoriale, la comunicazione, il contatto e la manipolazione fisica (carezze ecc.), l'intrattenimento, l'interazione ludica e forse anche altre cose.

2015/04/18

Misoneismo

Il nuovo è osteggiato da coloro che ne sono svantaggiati in quanto incapaci di capirlo, utilizzarlo o adattarsi ad esso.

Più diritti e meno doveri

Tutti vogliono più diritti e meno doveri. Ma è impossibile che tutti abbiano più diritti senza che qualcuno abbia più doveri. Perciò dobbiamo metterci d'accordo per stabilire chi debba avere più diritti e chi più doveri, e su quali debbano essere i rispettivi diritti e doveri.

2015/04/17

Elogio della critica

Io critico chi non critica mai e non consente a nessuno di criticarlo. Lo comprendo, perché si tratta di una disposizione involontaria e inconscia, e lo critico allo stesso tempo, perché la critica è il motore del progresso civile e personale.

Se vuoi essere mio amico devi essere disposto a criticarmi e consentire che io ti critichi.

Il mio ideale, in quanto umanista, è la COMPRENSIONE CRITICA dei fatti umani.

Disprezzare vs. criticare

Ci sono persone che non criticano mai, ma disprezzano. Disprezzare è molto più facile che criticare, anche i più sprovveduti sono in grado di farlo. Per criticare ci vogliono argomenti logici, prove, fatti, conoscenze, competenze, capacità di ragionare e discutere, un certo grado di razionalità e così, quando se ne siamo sprovvisti, preferiamo disprezzare, anziché criticare, le persone che ci danno fastidio o ci inquietano.

Reazioni alle critiche

Se A critica B, la reazione di B dipende soprattutto da due condizioni:
  • se A può dimostrare che la critica è fondata
  • se B può dimostrare che la critica è infondata

2015/04/16

La particolarità della realtà e la saggezza

La realtà, ogni realtà, è fatta di molte parti. Nessuno può vederle tutte. Ci sono parti che nessuno vede, altre che solo alcuni vedono, altre che quasi tutti vedono.
Ognuno pensa e ragiona in base alle parti che riesce a vedere. Quando due persone sono in disaccordo, ognuna ha ragione se si considerano solo le parti che essa vede. Il disaccordo, infatti, il più delle volte non è dovuto ad un diverso modo di ragionare o ad una diversa logica, ma al fatto che alcune parti importanti di una realtà sono viste dall'uno e non dall'altro.
Le persone più sagge sono quelle vedono il maggior numero di parti.

2015/04/15

Criticare o non criticare

Criticare o non criticare, questo è il dilemma. Perché se critico mi faccio odiare da tutti quelli che direttamente o indirettamente sono toccati dalle mie critiche; se non critico sono complice di tutte le stupidità e malvagità di cui io e i miei simili siamo capaci.

2015/04/13

Critica dell'Uomo ordinario

L'Uomo ordinario dice: noi siamo buoni, gli altri cattivi. L'Uomo straordinario dice: noi siamo cattivi come gli altri. L'Uomo ordinario dice: nessuno ha il diritto di criticarmi. L'Uomo straordinario dice: criticatemi, perché pensando alle vostre critiche potrò cambiare in meglio.

2015/04/12

Critica dell'umiltà e del non criticare

La maggior parte della gente considera l'umiltà un valore e trova simpatiche le persone umili. La persona umile è quella che non critica e non giudica nessuno in quanto non si sente all'altezza di farlo.

2015/04/10

Critica (politicamente scorretta) dell'Uomo medio

Col termine "Uomo medio" intendo un essere umano ideale rappresentativo di tutti gli esseri umani adulti di ambo i sessi attualmente viventi, cioè la persona più simile alle altre, la meno diversa, la più normale, la più comune, la meno strana.

Definito il concetto di "Uomo medio", mi chiedo se il suo comportamento debba essere criticato oppure considerato un modello di "normalità" nel senso di salute mentale, giustizia, valore, correttezza, accettabilità, dignità ecc.

2015/04/08

Sulla falsa autostima

Ci sono persone la cui autostima dipende totalmente dai giudizi, apprezzamenti e attenzioni da parte delle persone che le circondano. In realtà queste persone non hanno una vera autostima e basta poco per deprimerle o farle sentire offese. Basta una critica, una mancanza di attenzione per scatenare la loro rabbia o disperazione. La vera autostima non può venire dagli altri, ma da se stessi, dalla propria visione di sé e del mondo, dai propri principi intellettuali ed etici, che dovrebbero essere basati su una cultura aperta e universale più che sulle esperienze fatte con le particolari persone che la sorte ci ha fatto incontrare.

L'egocentrismo dei deboli

Le persone fragili, vulnerabili, insicure, con scarsa autostima, timorose, permalose, pessimiste, vittimiste, diffidenti, invidiose, gelose, sono sempre occupate a proteggersi dal male che si aspettano dagli altri e non hanno interesse per i pensieri, sentimenti, sofferenze, fragilità e bisogni altrui.

2015/04/07

Per conoscersi e farsi conoscere

Con interVista puoi entrare in contatto con persone a te congeniali che cercano o offrono: amicizia, conoscenza reciproca, scambio di idee, interazione per hobby, giochi, sport, viaggi ecc., interazione per suonare, cantare, ballare etc., scambi linguistici, aiuto reciproco, consigli, lavoro, clienti, coabitazione, cohousing, scambio di abitazioni, car pooling, collaborazione imprenditoriale, collaborazione intellettuale, tutoraggio, relazione amorosa durevole, relazione amorosa occasionale, ecc.
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La tragedia dell'amore

Tutti abbiamo bisogno di essere amati, ma amare non è un dovere ed essere amati non un diritto. Questo è il problema, questa la tragedia e miseria umana.

2015/04/06

Dipendenza e amore

Ci sono persone che confondono l'aver bisogno di una persona con l'amarla. Ma più si ha bisogno di qualcuno e meno lo si ama. Amare una persona significa interessarsi (disinteressatamente) delle idee e dei sentimenti di quella persona e condividerli anche se non soddisfano i nostri bisogni.

Abbiamo tutti bisogno di essere amati, è umano. Il problema è quando uno pensa solo al suo bisogno di essere amato e non a quello che ha l'altro, pur affermando di amarlo.

Confusione tipica

Ci sono persone che non sanno distinguere una critica da una manifestazione di disprezzo, arroganza, aggressività.

2015/04/05

Il volo del cristianesimo

Gesù fu crocifisso (dal popolo, che gli preferì Barabba) perché esortava tutti a volare alto, cosa fastidiosa per la maggioranza. Il cristianesimo divenne religione popolare e statale quando cambiò strategia e cominciò ad esortare il popolo a volare basso, e a perseguitare quelli che volevano volare sempre più in alto, ancora più in alto degli stessi sacerdoti.

2015/04/03

Quale libertà

L'Uomo vuole soprattutto la libertà di rimanere schiavo, ignorante, illuso, irresponsabile.

2015/04/02

La calunnia verso chi parla di progresso umano

Spesso chi parla di miglioramento individuale e collettivo passa per un illuso, utopista, presuntuoso, arrogante, giudicante, accusatorio, superbo, noioso, pedante, narcisista, saccente, disturbatore ecc. Gli vengono tipicamente attribuite intenzioni "naziste" come se, potendolo, sterminerebbe quelli che volano troppo basso dal punto di vista intellettuale o etico o li ridurrebbe in schiavitù. E' la normale reazione di chi non tollera l'idea di essere "meno" di qualcun altro in questi due campi. Come se l'essere "meno" intellettualmente o eticamente significasse non essere degno di appartenere alla comunità, che è ciò che fa più paura inconsciamente. Ma è assurdo pensare che intellettualmente e moralmente tutti gli esseri umani siano allo stesso livello e che non si debba cercare di salire al livello più alto possibile, ciascuno secondo le proprie capacità, non a scopo competitivo, ma di auto-realizzazione.

La paura di far paura

Siccome l'imprevedibilità nel comportamento umano inquieta la maggior parte della gente, ognuno di noi cerca di essere (o almeno di sembrare) prevedibile, conformandosi ai modelli di comportamento accettabili dal gruppo di appartenenza. Infatti, chi inquieta gli altri rischia l'isolamento e l'emarginazione. E' così che si diventa conformisti: per paura di far paura.

Prevedibilità del comportamento umano

Gli esseri umani sono più o meno prevedibili nel loro comportamento e, soprattutto, nel loro non-comportamento. La prevedibilità delle persone e delle cose annoia le persone imprevedibili e tranquillizza quelle prevedibili. L'imprevedibilità delle persone e delle cose inquieta le persone prevedibili e attrae quelle imprevedibili. La prevedibilità è associata ad una scarsa capacità di cambiamento di abitudini, opinioni, punti di vista, desideri, paure e obiettivi. Prevedibilità e creatività sono inversamente proporzionali.

La domanda giusta

Fare la domanda giusta è più importante che trovare la risposta giusta.
(Asking the right question is more important than finding the right answer.)

L'attenzione selettiva

Ci rifiutiamo inconsciamente di prendere in considerazione tutto ciò che potrebbe dimostrare lacune, errori, falsità, incongruenze o immoralità nella nostra visione del mondo, di noi stessi e degli altri.

2015/04/01

La guerra tra la ragione e i sentimenti

La voce umana - Monologo di Anna Proclemer - Jean Cocteau (la telefonata)

Blog di Bruno Cancellieri